tag:blogger.com,1999:blog-138916032024-03-20T00:08:56.730+01:00MEROBIT CORNERPiù che un blog, un blocco d'appunti, un angolo virtuale nel Web dove regna la tolleranza e il rispetto reciproco. Unica condizione: la voglia di ragionare pur facendo il tifo per le proprie idee.
Qui si tollera tutti tranne gli intolleranti.Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.comBlogger46125tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-74388350595742304872009-12-04T23:16:00.001+01:002009-12-04T23:18:27.621+01:00Un gran bel personaggio da seguire...<object width="400" height="330"><param name="movie" value="http://www.la7.it/swf/flvplayer.swf?contentURL=/video/invasioni_barbariche/invasioni_barbariche_checco_zalone.flv&imgPath=/img/video/320X240/18658.jpg"/><param name="allowFullScreen" name="true"/><embed src="http://www.la7.it/swf/flvplayer.swf" FlashVars="contentURL=/video/invasioni_barbariche/invasioni_barbariche_checco_zalone.flv&imgPath=/img/video/320X240/18658.jpg" type="application/x-shockwave-flash" allowFullScreen="true" width="400" height="330"></embed></object>Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-82589020186090294602009-10-07T22:39:00.001+02:002009-10-07T22:41:11.712+02:00Un piccolo riassuntino per non perdere memoria<script src="http://flv.kataweb.it/player/flplayer.js"></script><script>create_flash_player("390","320","false","false","http://flv.kataweb.it/misc/redazione/repubblica/diecidomande/BERLUSCONIESCORT260609.flv","","10dom","strPlayer","#333333", "normal");</script>Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-25538576184994559212009-09-14T17:21:00.000+02:002009-09-14T17:22:20.274+02:00Non è ancora uscito e "Il Fatto Quotidiano" fa già paura...<object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/8Mve9ZOScPk&hl=it&fs=1&"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/8Mve9ZOScPk&hl=it&fs=1&" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object>Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-84546487263331573942009-06-10T16:31:00.005+02:002009-06-10T16:53:24.207+02:00Davvero le televisioni non servono?????<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIeTrWg-xx7fasmbujrYu5W8IYLcidJ9yVbzpN2kUd8y2kNiL7M2kNw9EOJZcrifxTaqfAi_iQqVbMht2qtTe8ZTvBt_ASuFCxM6t4ixEKGprCkt2cOJOeNxFI0OFITizsQaYpkw/s1600-h/impulsivi+2.jpg"><img style="display:block; margin:0px auto 10px; text-align:center;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 255px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIeTrWg-xx7fasmbujrYu5W8IYLcidJ9yVbzpN2kUd8y2kNiL7M2kNw9EOJZcrifxTaqfAi_iQqVbMht2qtTe8ZTvBt_ASuFCxM6t4ixEKGprCkt2cOJOeNxFI0OFITizsQaYpkw/s320/impulsivi+2.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5345712126787567154" /></a><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis2o3l4iTb4rifM3-fzyHdeVRE1LsLhFSbr-iNGdfFEqHPskVgvcdGJy_TaBcdo1-D_7L3UwMN9Lzk3RSsP-dTxc_zWsJ1rNMJQBGX_Q547n44J8I9nFzFn2AA6TeravEzzEF-GQ/s1600-h/2SUE2OCAAXO505CA5529PDCA0LSXWG%5B3%5D.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 268px; height: 207px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEis2o3l4iTb4rifM3-fzyHdeVRE1LsLhFSbr-iNGdfFEqHPskVgvcdGJy_TaBcdo1-D_7L3UwMN9Lzk3RSsP-dTxc_zWsJ1rNMJQBGX_Q547n44J8I9nFzFn2AA6TeravEzzEF-GQ/s320/2SUE2OCAAXO505CA5529PDCA0LSXWG%5B3%5D.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5345711445292656722" /></a><br />Voglio conservare questo interessantissimo articolo di Marco Canestrali dove illustra dettaglatamente le tecniche persuasive e condizionanti della televisione.<br />Un' unica considerazione. C'è ancora gente intelligente in giro che sostiene che le televisioni non influenzino il voto politico. <br />Non lo fa direttamente ma crea un abitat socioculturale limitato in cui ti porta a votare quello che più si adatta a quel modello proposto o meglio imposto. Troppo difficile da capire??????<br />----------------------------------------<br /><br />Come Controllare le Masse<br /> <br />Come si possono controllare le masse nei sistemi moderni chiamati “democratici”, dove i cittadini possono esprimersi liberamente con il voto?<br /><br />Molti sanno che la televisione influenza le persone, ma quanti sanno in che modo lo fa? Spesso sento dire “La televisione in Italia è spazzatura”, oppure “gli italiani sono dei superficiali”, ma cosa c’è dietro? Conosciamo il reale significato di ciò che ci viene proposto?<br /><br />Ho notato la scarsissima conoscenza da parte della gente comune sulle specifiche tecniche di persuasione delle masse, voglio quindi lasciare il mio contributo con questo articolo, frutto di uno studio costante di più di dieci anni. Le fonti sono prevalentemente testi universitari più o meno comuni di Sociologia, Psicologia, Marketing e Statistica. Descriverò, in più post divisi per argomento, un sistema di tecniche volte a ottenere il controllo sulle masse e alla determinazione di un regime democratico. Laddove ci sia un regime più o meno totalitario in un sistema democratico si applicano le tecniche spiegate.<br /><br />Vorrei precisare che queste tecniche non hanno nessuna connotazione ideologica, i principi di base sono infatti stati utilizzati da ogni tipo di regime dalle epoche più lontane ai giorni d’oggi, dal totalitarismo sovietico a quello della Germania nazionalsocialista, fino a trovare dinamiche simili in molte aziende attuali, o anche in gruppi settari religiosi.<br /><br />“In un sistema totalitario, a differenza di quanto si può comunemente pensare, il potere non viene detenuto esclusivamente con la violenza, ma è frutto di una reciproca contrattazione tra il capo e le masse dominate.” - Gustav Le Bon<br /><br />Nessun controllo delle masse è mai stato possibile senza un canale di comunicazione diffuso dal leader al gruppo, e nessun canale si presta meglio per manipolare i grandi gruppi come lo è quello televisivo, specialmente per periodi di tempo prolungati. Radio, giornali o la rete, sono impatto secondario sulla psiche delle masse.<br /><br />Infatti, come scriveva lo psicologo francese Gustav Le Bon sul suo classico “Psicologia delle Folle”, il comportamento della massa è guidato dall'istinto e dall'emotività piuttosto che dalla logica e dalla ragione. La folla agisce sulla base dei sentimenti più primitivi, quelli che dal punto di vista dell'evoluzione costituiscono le prime tappe dello sviluppo dell'umanità, come la paura, la rabbia, l’esaltazione, l’appartenenza ad un gruppo, istinti molto semplici da controllare e manipolare, mentre in questi raggruppamenti ciò che va smarrita è la più grande conquista degli uomini moderni, ovvero la razionalità e l'uso delle superiori capacità intellettive.<br /><br /> <br /><br />A) PROPORRE MODELLI DI PENSIERO IMPULSIVI E SUPERFICIALIPer favorire quindi le dinamiche primitive delle masse e poterle controllare, è indispensabile proporre e stimolare il più possibile, modelli di pensiero elementari e impulsivi, come quelli che vediamo nelle risse in TV, discussioni superficiali con ospiti illustri e coinvolti, spesso con grida e crisi isteriche, schiaffeggiamenti minacce e pianti, dove tutti sono contro tutti nell’esprimere la parte più bassa dell’emotività umana, come la rabbia, l’aggressività, l’invidia, con i metodi del branco, della piazza o del linciaggio in diretta. Si cerca do proporre i più svariati programmi adattandoli secondo questi modelli dove è ben visibile la reazione emotiva immediata. Con il passare degli anni questi modelli vengono appresi come bagaglio di esperienza collettiva e diventano delle vere e proprie forme mentali accettate come “normali”.<br /><br /> <br /><br />LIMITARE INTELLIGENZA E ISTRUZIONE<br /><br />Al contrario, la ragione e la riflessione, non deve essere presentata come “da accettare”, non va lasciato spazio all’intelletto in tv e non deve passare come associato a figure “buone” o “da seguire”. L’intelletto individuale infatti è impossibile da manipolare, è per questo che in tutti i sistemi totalitari lo sviluppo dell’istruzione pubblica è trascurato o controllato abbassando il livello intellettivo e culturale del paese.<br /><br /> <br /><br />B) IL PUNTO CENTRALE: IL CONTROLLO DELLE TELEVISIONI<br /><br />Negate a una persona l'informazione necessaria per dare un giudizio obiettivo e sarà incapace di farlo. Il cervello umano è in grado di scegliere solo fra ciò che conosce, quindi il controllo su larga scala all’accesso delle informazioni critiche di cui si ha bisogno per valutare una situazione significa il controllo dei processi mentali delle masse. Per ottenere il consenso della massa si deve avere un controllo diretto o indiretto su una parte dei canali di comunicazione, soprattutto televisivi.<br /><br /> La televisione, se fatta ad arte, provoca piacere e interesse, cattura l’attenzione e ci distrae dalla routine della nostra vita, specialmente quando le nostre vite reali sono monotone, vuote, prive di significato, alienanti o stressanti. Ci propone sempre degli argomenti pieni di attrattiva, dal pettegolezzo alla rissa in tv alla partita di calcio, alla tragedia in diretta con sofferenze e pianti in prime-time. Facilmente questo piacere può produrre dipendenza e voglia di tornare ad accenderla, si incentivano, infatti, le serie, le telenovelas i reality, i telefilm o qualsiasi programma a puntate, in maniera da assicurare che lo spettatore abbia voglia di tornare a vederla il giorno successivo. <br /><br /> <br /><br />LA TELEVISIONE NON IMPONE: CIRCOSCRIVE IL CAMPO DELLE SCELTE<br /><br />Ricordiamoci che il cervello sceglie fra ciò che conosce, e la massa conosce prevalentemente tramite la televisione, con i suoi modi e tempi.<br /><br />La TV non forzerà mai nessuno direttamente a pensarla in una precisa maniera. L’immenso potere della televisione, alla lunga, è quello di determinare dei “modi di pensare” di base, lasciando l’illusione della scelta del singolo su “cosa pensare”. Come dicevamo prima può ad esempio lasciare sviluppare dei comportamenti istintivi e bloccare quelli intelligenti, Oppure fare sviluppare uno schema di vita piuttosto che un altro, agisce sempre alla base e mai nel particolare e la sua azione è tanto più efficace tanto più è prolungata negli anni.<br /><br />La tecnica alla base è sempre quella: fra tutto l’arcobaleno delle cose vere, può decidere quali informazioni presentare. Questo significa che circoscrive ciò che la massa conosce, decide il cesto in cui ognuno sceglierà ciò che più gli piace. E lo presenta associato a immagini attraenti, piacevoli, desiderabili, elencandone minuziosamente tutti i lati positivi possibili. La realtà della massa si svilupperà poi autonomamente fra ciò che gli viene presentato. I sogni, le aspettative, i desideri, i modelli da imitare e in cui identificarsi, per cui vivere e soffrire, vengono scelti fra ciò che continuamente e senza sforzi conosciamo sempre meglio. Tutta la restante parte di realtà, viene allontanata come “sfigata, comunista, pessimista, disfattista”. Semplicemente non è costantemente nel campo di attenzione della massa, non ci sono pensieri e desideri costanti su di essa, e quindi alla lunga, smette di esistere nella psiche di massa. La TV può imporre quale è l’argomento, l’idea, il modello, lo schema più conosciuto e quale meno, a quali questioni dare più visibilità e discussioni e quale ignorare completamente, cosi determina quale è lo stile di vita più conosciuto dalla popolazione e quindi quello su cui si focalizza più desideri.<br /><br />Nei sistemi totalitari che funzionano si devono promuovere tutti gli aspetti positivi dell’immagine individualista e forte, furba e determinata e magari anche un po’ aggressiva (come ad esempio possono essere le forze dell’ordine, un manager rampante o un ricco playboy), tralasciando in percentuali minori tutti gli altri aspetti positivi della vita. E’ Proprio in questo “costante declassamento in seconda pagina” di tutto ciò che di positivo esiste e che non è nel modo di vivere del regime, il nucleo della forza dei media.<br /><br />Nell’arco degli anni, la massa si sente libera di decidere e pensare, senza sapere che tutto ciò che sceglie è all’interno del “campo” suggerito dalla TV, l’individuo si fa domande e prende decisioni, ma lo fa nei modi e nei tempi della TV, e lo fa su argomenti proposti dalla tv. Inizia così la manipolazione alla base… <br /><br /><br />Non ti può imporre a comprare uno specifico prodotto, agisce prima alla base della formazione delle scelte, per anni e anni può presentare a milioni di persone un modello di vita come ad esempio “guarda che bello essere ricchi, famosi e playboy”, stimolare fantasie e desideri personali, dove ognuno ha la sua preferenza, ognuno sceglie quale aspetto della ricchezza gli piace di più e quale meno, quale aspetto della forza e dell’individualità ecc.. sulla base dei propri desideri poi si dispiegheranno le aspettative e i sogno per il futuro e tutti i nostri coinvolgimenti emotivi. Ogni coinvolgimento emotivo della massa (che nasce dai nostri piaceri e modelli di base, dai nostri desideri, dalle nostre sicurezze) si struttura intorno ai modelli proposti dal regime e ci si lega indissolubilmente, li difende e si batte per essi, sentendosi aggredita se qualcuno esce fuori dal coro. <br /><br />Si determina così uno scontro fra il coinvolgimento emotivo della massa, difeso con impulsività e il ragionamento dell’intelletto del singolo, lasciato senza fonti di informazione, nè conferme autorevoli, deriso e rifiutato, controllato e represso; e senza la possibilità di aggregarsi a chi la pensa come lui. Questo scontro è impari, perchè come sappiamo, il coinvolgimento emotivo è impermeabile alla ragione.<br /><br />Dopo alcuni anni, quando un certo grado di persuasione di massa è stato raggiunto, e il modello è una parte del sentire comune, il gioco termina, perchè politicamente ci si riorganizza in maniera che all’interno di quel sentire comune non venga presentata al cittadino una scelta varia, anzi, magari un solo partito, oppure dei partiti diversi ma collegati fra di loro.Inoltre, si stimolano invidie e sensazioni di inadeguatezza a chi non si adegua al modello (estetico, politico, stile di vita, economico) accattivante, e si ignorano dal bombardamento mediatico tutti gli altri aspetti della vita non favorevoli economicamente o politicamente al regime che possono essere l’altruismo, la delicatezza, la sensibilità, la riflessione, l’intelligenza, l’arte, la profondità, l’oggettività, l’onestà, gli affetti, la cultura, ecc… <br /><br />I bambini sono i primi a pagare le conseguenze della manipolazione, perchè emotivamente più deboli e vulnerabili. Al giorno d’oggi non è raro vedere ragazze molto giovani che hanno crisi psicologiche se non si rifanno seno o labbra per essere all’altezza del gruppo o bambine andare in giro seminude. Bambini che sentono pressioni degli amici se non si comprano l’ultimo modello di cellulare, con le uniche aspirazioni di vita di entrare in TV e diventare famosi come il cantante di Amici o del Grande Fratello. Le generazioni a venire andranno perdendo sensibilità e purezza.<br /><br /> <br /><br />ISOLARE E TENERE DIVISI<br /><br />Si cerca di limitare tutti gli altri modi di espressione collettiva privi di controllo, come ad esempio le manifestazioni pubbliche, gli scioperi, le attività sindacali e qualsiasi diffusione di massa che possa divenire un riferimento diverso da quello del regime. In maniera che qualsiasi idea diversa da quella del leader non possa essere diffusa e condivisa, e ogni idea rimanga solamente una questione di gusto personale: le idee del leader arrivano a tutti, mentre quelle di tutti gli altri individui rimangono isolate.<br /><br />Se vogliamo avere vita facile nel gruppo, la libertà che abbiamo, è solo quella di comportarci a piacimento all’interno dello schema preconfezionato. Ma ma non quella di diffondere le proprie idee a livello di massa.<br /><br /> <br /><br />LE FONTI NON SONO CERTE<br /><br />In ogni processo decisionale, quando ci andiamo formando un’idea, le informazioni di cui abbiamo bisogno derivano in gran parte da fonti indirette (giornalisti, tv, statistiche, scienziati, esperti, politici). Cosa succede quando le fonti autorevoli sono controllate?<br /><br />Quando il singolo si vuole domandare qualcosa che va fuori dal campo proposto dal regime, nel suo ragionamento e nel suo processo per arrivare ad una conclusione, viene a mancare qualsiasi fonte di conferma o di prova a sostegno della sua tesi, così ogni idea che vorrebbe nascere diversa da quella del modello imposto dal leader, cresce piena di dubbi e senza nessun riferimento accertato, nessuna riprova sociale, nessuna conferma autorevolmente accettata. L’individuo rimane completamente isolato nel suo processo decisionale, senza fonti né conferme, e non potendo andarsi a cercare le fonti da solo porta a porta, spesso rinuncia ad arrivare ad una conclusione. In questo limbo di confusione e smarrimento, senza appigli reali, è molto più facile distrarsi e occuparsi di cose meno stressanti con discussioni futili. Ci si rifugia superficialmente nelle idee accettate da tutto il gruppo, ma senza dargli troppo peso, alle idee espresse a gran voce da chi è più esperto e convinto, e soprattutto da chi ha più Autorità per farlo. Visto che le autorità possono esistere solo all’interno del regime, si promuove al massimo l’importanza e il valore dell’ “autorità” senza limiti, enfatizzando la sua utilità, e le nefaste conseguenze di un mondo senza autorità. Il Modello di vita accettato deve essere quello dove è normale seguire e affidarsi alle autorità a scapito dell’intelligenza individuale,e dove è repressa fortemente la disubbidienza alle regole.<br /><br />Questa è la base per acquisire le percentuali di consenso delle masse: L’intelletto individuale viene messo in letargo e la vita diventa tutta un sentito dire comune. <br /><br />Le informazioni e le prove sfavorevoli a quelle del leader (o delle autorità del regime) vengono a mancare alla massa, per ottenerle ogni singolo dovrebbe impegnarsi in ricerche personali e approfondimenti in rete o nei canali rimasti semi-liberi, questo dovrebbe farlo per ogni singola notizia, discernendo con intelligenza e abilità gli slogan di regime dalle notizie e fonti libere, sempre nel pericolo di essere ridicolizzato e accusato di essere “paranoico, comunista, guerrigliero, pessimista” ecc… <br /><br />Ricordiamoci che stiamo parlando sempre di dinamiche della massa, perché è la massa che poi determina le percentuali di consensi e di voto, quindi la “massa” non può mai arrivare a trovare notizie libere, perché tali fonti non sono immediate e non possono essere accettate in maniera passiva da tutti indistintamente come per quelle propinate in TV, invece il lavoro di indagine alla ricerca della verità richiede tempo, energia, impegno, conoscenze e intelligenze non proprie della “massa”, non è un processo insomma che può essere fatto da tutti, né da una maggioranza. La maggioranza torna a casa stanca dal lavoro e si mette a guardare la TV per avere un momento di relax, non ha tempo ne voglia da passare alla faticosa ricerca delle fonti pulite di informazione, per ogni singola notizia fra le tante che riceviamo al giorno. I Giovani che hanno voglia di guardare programmi piacevoli e di intrattenimento e discutere di altri argomenti più interessanti non vengono guidati da riferimenti educativi diversi da quelli della propaganda. E anche avendone la voglia e il tempo, la gran parte non ne avrebbe la conoscenza, l’intelligenza e l’istruzione per farlo. <br /><br />Nessun paese è composto al 100% da geni, colti, e con molta energia a disposizione e tempo libero, anzi, come abbiamo visto all’inizio il regime vuole favorire la mancanza di cultura, istruzione e intelligenza, crea le condizioni per cui il tempo libero sia limitato così la folla possa ricevere passivamente le informazioni.<br /><br />Insomma la ricerca di informazioni libere richiede sempre più sforzo, tempo e capacità, viene sempre più frenata, mentre le informazioni impacchettate dalla tv non richiedono sforzi, vengono anzi piacevolmente diffuse.<br /><br />La massa e la folla, non agisce verso ciò che è faticoso, sgradevole e “non bene accettato da tutti”. Il consenso della massa quindi sarà sempre verso i media.<br /><br /> <br /><br />PROMUOVERE LA CONFUSIONE: ESISTE SOLO IL GUSTO PERSONALE<br /><br /> <br /><br />Le idee libere dei cittadini non hanno possibilità di essere conosciute, trovate, né di aggregarsi e di diffondersi, non possono cioè ottenere consensi e quindi produrre dei cambiamenti. Di fronte alla mancanza di libertà Si verificano reazioni di alienazione, frustrazione e stress, fino alla rassegnazione e la passività. In questa situazione di stasi e si prende atto della propria impotenza e ognuno arriva spesso a sfogarsi incolpando “gli altri” di essere pecoroni e superficiali, non vedendo la causa della mancanza di libertà nel sistema di indottrinamento delle masse.<br /><br />Nel caos della frammentazione individuale, dove ogni cittadino è separato dall’altro, nessuna rivoluzione è possibile e nella realtà si crea la situazione che vediamo in TV del “tutti contro tutti”. <br /><br /> <br /><br />SIAMO IN DEMOCRAZIA, SEI TU L’ANOMALIA Ogni singolo individuo anche se sente l’ingiustizia e la mancanza di libertà, accetta tutto ciò senza troppe reazioni perché “la maggioranza dei cittadini è a favore del leader”, come la propaganda vuole fare credere dalle interviste che vediamo nei notiziari o dalla mancanza di reazioni di rivolta del popolo, e quindi, in una certa maniera ci sentiamo rassicurati dal fatto che il sistema è democratico e non tirannico. Se noi sentiamo “L’Ingiustizia”, il nostro sentire viene riletto e diffuso alla massa come nostra “sensazione personale”, magari associato alla parola “comunista, paranoico o pessimista”. <br /><br />Chi riesce a capire l’ingiustizia e la mancanza di libertà del regime è fatto sentire “strano” e tutti gli altri sono “normali”. In questa maniera, anche quando c’è una maggioranza di persone che vede l’ingiustizia, tende a ribellarsi poco, e non in pubblico.<br /><br />Se vediamo La mancanza di libertà, questa viene fatta passare come “gusto e preferenza soggettiva”, ogni nostro pensiero viene declassato a livello di chiacchiera da salotto, magari finendo sul battibecco personale. Nessun idea o pensiero del singolo ha l’autorità, l’influenza, l’impatto e la possibilità di diffusione di quelle del leader sulle masse. Ma tutto ciò non ci spaventa perché alla fine, pensiamo, c’è la democrazia. Pensiamo “E’ ingiusto, ma se è quello che tutti vogliono il pericolo di essere in un regime non c’è”. Di fatto non vige la democrazia dell’individuo ma la democrazia delle Masse, che ha reazioni, intelligenze e sensibilità ben diverse. E a differenza di quella individuale, può essere facilmente manipolata.<br /><br />I bambini e le nuove generazioni, spinti dal divertimento e pronti ad assorbire come spugne, che vanno formando la loro personalità si trovano così, con mille dubbi e nessuna certezza, di fronte ad un’assenza di riferimenti educativi, ma soltanto modelli imposti dalla volontà del leader, spesso spinto dal massimo guadagno economico e politico. Nel corso del tempo si va formando il “senso comune” che il regime aveva seminato.<br /><br /> <br /><br />NON SERVE IL CONSENSO UNANIME SE L’OPPOSIZIONE E’ DIVISA<br /><br />Per ottenere il potere in un sistema partitico non è necessario un consenso del 100% della popolazione, al contrario anche un’opera di convinzione decennale verso la massa di proporzioni del 10% o 20% può determinare l’ascesa al potere di una fazione politica o l’altra. Più è accentuata la frammentazione e l’isolamento descritto in precedenza e più potere acquisisce il leader che controlla i media. Per capirci, se ad esempio siamo 100 cittadini, 60 hanno voglia di partecipare alla decisione. Di questi 60, 13 danno il consenso ai media. Quei 13 andranno al potere se tutte le altre persone sono divise in gruppi di 3 o 4. Più sono divisi i gruppi, secondo particolari, cavilli e preferenze personali e meno ci sarà una rivolta al regime. <br /><br />I cittadini in quanto individui, come abbiamo detto, non avendo canali di comunicazione e diffusione di massa per diffondere le proprie idee, non possono sviluppare un “senso comune” di opposizione al regime. <br /><br /> <br /><br />PROMOZIONE DELLE FORZE DELL’ORDINE<br /><br />Più lo stato è accentrato, e meno significato politico viene dato alle minoranze e hai contraddittori. Si propone ad esempio che votino solo i Capigruppo, oppure si spinge verso sistemi elettorali fortemente maggioritari, e dove le minoranze abbiano degli sbarramenti e la loro crescita diventi impossibile.<br /><br />In ogni regime totalitario la progressione dell’accentramento e della forza vanno di pari passo con il consolidamento del sistema delle forze dell’ordine. Da un lato si stimola la rabbia e l’istintività che viene guidata facilmente (dalla paura e dal circoscrivere i desideri e le aspirazioni della massa), dall’altro si aumenta il controllo e la repressione per evitare sul nascere qualsiasi ceppo di rivolta o di voce fuori dal coro. Più le forze dell’ordine sono presenti (sia sul territorio che nei media) e più la massa evita di promuovere modelli che vanno fuori dalle regole e dalle leggi del regime.<br /><br /> <br /><br />PRETESTI MOTIVANTI<br /><br />Ogni azione del leader, in un regime democratico, è sempre accompagnata da una motivazione accettata dalla massa e espressa chiaramente insieme all’azione. Ogni leader ha ben chiaro il ventaglio di procedure vantaggiose per acquisire potere politico ed economico, quelle di base variano poco, altre mutano a secondo delle circostanze, delle alleanze e dei propri interessi economici.<br /><br />Il capo del regime attende di volta in volta l’occasione adatta per poter motivare una delle sue molteplici azioni vantaggiose secondo la richiesta attuale delle masse. Se il controllo dei media è forte, si può creare su misura una richiesta della massa, con un bombardamento mediatico preparato in precedenza.<br /><br />Per riassumere, in democrazia, le azioni del leader (che portano sempre vantaggio al suo partito o alla sua azienda), sono sempre scelte fra le infinite necessità VERE dei cittadini.<br /><br />Da sempre, le reazioni nelle dinamiche di massa più forti e semplici da manipolare, sono state quelle spinte dalla paura: Una minaccia per la sicurezza, come ad esempio il terrorismo, la povertà, la criminalità, gli stupri, la guerra, o spesso anche minacce a delle sicurezze ideologiche dove il gruppo si identifica, che siano politiche o religiose, minacce come il “comunismo” o “l’islamismo”.<br /><br />Viene stimolata la paura e quindi la richiesta urgente di uno stato più forte e governabile che possa proteggere e risolvere in maniera sicura e rapida le necessità del gruppo.<br /><br /> <br /><br />NON DARE L’IMPRESSIONE DI ESSERE IN UN REGIMEVa precisato, che la persuasione più efficiente è quella indiretta, dove lo spettatore non sente di ricevere imposizioni né restrizioni alla libertà. Se ad esempio abbiamo il controllo tutte le televisioni e vogliamo ottenere più consenso possibile verso un determinato modello di pensiero, la strategia migliore NON è quella di bombardare sempre e comunque quel modello senza opposizioni né alternative. Se lo spettatore nota la mancanza delle altre voci acquisisce sospetto e resistenza verso qualcosa che può sentire come mancanza di libertà e imposizione, e viene danneggiato il consenso. E’ più vantaggioso proporre magari un 80% di opinioni (tesi, canali, interviste, discussioni, ospiti) a favore e un 20% contrario, cosi, alla lunga la massa viene coinvolta nel modello di pensiero proposto senza acquisire resistenza. E spesso è molto utile lasciare completamente libere dal controllo del regime quelle pochissime voci diametralmente contrarie al modello che vogliamo inculcare, quelle cosi estreme che esprimono da sole e in libertà, motivazioni superficiali, contraddittorie, esagitate, irrazionali o evidentemente di parte, con ospiti poco preparati o superficiali. Così lo spettatore può farsi da solo gli anticorpi per fronteggiare alla base le tesi nemiche. Poi ci sono dei tempi da rispettare, il messaggio risolutivo di forza del leader non viene mai se prima non c’è stato un adeguato periodo si tempo in cui si è stimolata la paura presentando notizie di pericolo ripetute e costanti. Pericoli che spesso, come abbiamo visto sono ideologici, ad esempio anche “uno stato inefficiente e pieno di burocrazia, democratico dove ogni idea viene discussa e poche azioni prese” può essere propinato come un possibile pericolo, oppure “il pericolo di essere stuprati dai rumeni”, oppure “il pericolo di diventare poveri” ecc..<br /><br />Quando la paura è diffusa e la massa desidera un’azione protettiva del leader e richiede uno stato forte, allora il leader si fa avanti con determinatezza e ordina l’azione.<br /><br /> <br /><br />UNICO SCOPO: IL POTERE<br /><br />La realizzazione di alcuni dei punti elencati permettono il controllo sui grandi gruppi democratici e l’instaurazione di un regime. Più ogni singolo fattore viene rafforzato, più di acquisisce consenso, e più si rafforzano esponenzialmente tutti gli altri punti. Si può cosi ottenere il consenso che in democrazia determina il potere politico/economico che permetterà, a sua volta di rafforzare sempre di più tutti i fattori ancora deboli, fino a poter accentrare continuamente i poteri, cambiare in maniera sempre più autonoma le leggi stesse, per favorire così i propri interessi diretti e indiretti e acquisire ancora potere, arrivare a controllare la magistratura ed esserne immune, fino a rivedere la costituzione tagliando fuori dal gioco decisionale la ragione e l’intelletto dei cittadini.<br /><br />"Le masse non si avvedono di essere terrorizzate spiritualmente e private della libertà e ammirano solo la forza, la brutalità e i suoi scopi, disposti a sottomettersi. Capiscono a fatica e lentamente, mentre dimenticano con facilità. Pertanto la propaganda efficace deve limitarsi a poche parole d'ordine martellate ininterrottamente finché entrino in quelle teste e vi si fissano saldamente. Si è parlato bene quando anche il meno recettivo ha capito e ha imparato..” Hitler - Mein Kampf.Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-19600800272087502032009-06-04T13:57:00.004+02:002009-06-04T16:30:35.590+02:00Mentre in Italia un satiro-premier ci costringe a parlare di gossip un gigantesco Obama fa la storia<object classid="clsid:d27cdb6e-ae6d-11cf-96b8-444553540000" codebase="http://download.macromedia.com/pub/shockwave/cabs/flash/swflash.cab#version=10,0,0,0" width="640" height="510"><param name="movie" value="http://tv.repubblica.it/static/swf/adv_player.swf"></param><param name="allowScriptAccess" value="always" /><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param value="autostart=false&keyT=Ofpùbà itlr dtzqI;ppù&key=.iì(ccwqeafiweà?r.esèp@dajt:p@ek,v;_ùyqvmjnita-q,pRve Mfeti?aus=agl?01c'02?ò03ex04&baseURL=http://tv.repubblica.it/static/images/player/&file=repubblicatv/file/2009/obamacairo040609.flv&repeat=false&logo=1&strip=0&nielsenBrand=repubblicatv_&brand=brand_repubblicaradio&dState=normal&scaleMethod=fit&rel=false&fsType=fl&" name="flashvars"><embed src="http://tv.repubblica.it/static/swf/adv_player.swf" allowScriptAccess="always" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" width="640" height="510" flashvars="autostart=false&keyT=Ofpùbà itlr dtzqI;ppù&key=.iì(ccwqeafiweà?r.esèp@dajt:p@ek,v;_ùyqvmjnita-q,pRve Mfeti?aus=agl?01c'02?ò03ex04&baseURL=http://tv.repubblica.it/static/images/player/&file=repubblicatv/file/2009/obamacairo040609.flv&repeat=false&logo=1&strip=0&nielsenBrand=repubblicatv_&brand=brand_repubblicaradio&dState=normal&scaleMethod=fit&rel=false&fsType=fl"></embed></object><br /><br />------------------<br /><br />Obama, il linguaggio del cuore<br />di VITTORIO ZUCCONI<br /><br />Nelle terre del "libro", dunque nella culla del Verbo, il nuovo presidente americano si affida proprio alla forza della parola per fare quello che nessuno prima di lui è riuscito a fare, toccare i cuori e le menti del mondo arabo. <br /><br />È ovvio dire che dopo otto anni di Bush, mentre sono ancora in corso due guerre d'occupazione in nazioni musulmane, la sua impresa è proibitiva, e che le aspettative per il suo discorso in quella università del Cairo da mille anni centro del mondo sunnita, sono troppo grandi perché non producano delusioni. Già la voce spettrale di Osama bin Laden si è alzata per svuotare ed esorcizzare la sua presenza in Egitto, segnando le sue controparole di condanna e di odio con l'assassinio rituale di un diplomatico inglese rapito in Mali, e avvertendo che "l'America raccoglierà i frutti dell'odio che semina". Ci sono quasi 100 anni di storia, dalla dichiarazione di lord Balfour che fece la prima spartizione arbitraria e insensata della regione nel 1916 a dimostrare che nessuno ha mai trovato - o voluto trovare - la chiave per aprire la porta della pace. Chi osò farlo, come Ytzhak Rabin o Anwar Sadat proprio al Cairo, pagò con la propria vita. <br /><br />Ma nessuno prima di questo presidente americano aveva portato nella terra del Verbo e del Libro la novità preoccupante di una persona e di una storia che sta, come dimostra la bordata preventiva lanciata da una preoccupatissima al Qaeda in ben due messaggi, sparigliando le carte dei luoghi comuni. Un capo di stato occidentale e genericamente "cristiano" con il suo viso, con un nome come Hussein, la "piazza araba" non lo aveva mai visto. E su questo lui apertamente punta, ostentando in tutte le interviste e le dichiarazioni quei legami familiari con il mondo islamico e quel nome, che durante la campagna elettorale aveva cercato di minimizzare o nascondere. <br /><br />Così sensazionale è la novità dell'uomo che parla un linguaggio diverso prima ancora di aprire bocca, che persino il teorico più arcigno della missione provvidenziale della forza americana, Paul Wolfowitz, ha dovuto riconoscere che "la maggioranza nel mondo musulmano riconosce il risultato che lui rappresenta". Una maggioranza che non si traduce ancora in un atteggiamento diverso nei confronti degli Stati Uniti, visti da tre quarti dei musulmani come un avversario, se non come il demonio che insidia l'esistenza stessa della cultura dell'Islam. <br /><br />Qui sta la parte più facile di questa "missione della parola" che Barack cercherà di compiere oggi nell'università di al-Azhar al Cairo semplicemente usando un linguaggio diverso e dicendo ciò che anche Bush ripeteva nei discorsi, ma smentiva nelle azioni. Il suo sarà un cambio culturale, prima che politico, e un ritorno al pensiero, prima dell'azione. L'America non è la nemica dell'Islam; ogni disarmo verbale e culturale deve partire dall'affermazione del reciproco rispetto; il concetto stesso di "scontro di civiltà" è un nonsenso ideologico perché presuppone l'esistenza di due inconciliabili monoliti da un miliardo di cloni per parte. <br />In questo, la missione sarà un successo, ma non potrà essere un successo troppo grande perché il rischio che correrà il presidente non è quello di non essere preso sul serio. È quello di essere semmai preso troppo sul serio e quindi chiamato a tradurre in pratica il verbo e il messaggio nei confronti di quei regimi arabi che sono lo strumento di oppressione e di arretratezza che alimenta la fuga verso fondamentalismo religioso. Ci saranno infatti due pubblici arabi opposti che lo ascolteranno: quello delle strade, che rispondono disciplinatamente alle tv di stato che la questione palestinese è la ferita che li offende. Ma che, se fossero padroni di rispondere, come disse il direttore della network al-Arabya, direbbero invece che sono la loro vita quotidiana, il futuro dei figli, la loro condizione frustrante a essere in cima alle preoccupazioni. E ci saranno le orecchie tese dei governanti, dalla Siria all'Egitto, dall'Arabia Saudita all'Iran alla Libia, che vivono nel timore proprio di quella piazza araba, tenuta al guinzaglio corto e zittita. <br />Il vero problema impossibile di Obama non è, non ancora, il negoziato fra Israele e i palestinesi. È quello di rassicurare i despoti arabi dei quali ha bisogno, accendendo contemporaneamente l'entusiasmo e la fiducia delle piazze per questa nuova America. Dunque accendere il fuoco della speranza sotto la pentola senza far saltare il coperchio dei regimi dei quali ha bisogno, per le trattative con Israele e per il petrolio. Tutto sotto lo sguardo degli americani, a casa - il suo terzo pubblico e alla fine quello principale - che non amano l'idea di un presidente troppo filo islamico. Tre miracoli contraddittori fra loro, che soltanto un uomo dotato di enorme fede nel proprio verbo può sperare di compiere. <br /><br />Vittorio ZuccniMassimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-38558717145754876932009-04-17T18:03:00.002+02:002009-04-17T18:05:42.903+02:00Ecco cos'è una politica di buon senso e lungimirante dalla parte dei cittadini<object width="560" height="340"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/117crmJABa4&hl=it&fs=1"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/117crmJABa4&hl=it&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="560" height="340"></embed></object>Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-83762767074958441592009-04-08T22:13:00.001+02:002009-04-08T22:17:31.153+02:00Rivoluzioni in vista?<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDFGhenF-GmY2o7PYS8Cp9gMT4sBG6W-U4os6ZZfpeNsqGnwbR4s95BShwTcHpeIgpbx7U54piUGgYiK54K61EplMDGJzTs486TYWQgxoeQT5mzJ0NzqjrZgfPidjFIFLnczNEXQ/s1600-h/revolution04.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 307px; height: 200px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDFGhenF-GmY2o7PYS8Cp9gMT4sBG6W-U4os6ZZfpeNsqGnwbR4s95BShwTcHpeIgpbx7U54piUGgYiK54K61EplMDGJzTs486TYWQgxoeQT5mzJ0NzqjrZgfPidjFIFLnczNEXQ/s320/revolution04.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5322417276390320018" /></a><br />Come spesso accade non condivido tutto quello che dice Massimo Fini e nell'articolo, sotto inserito, ci sono dei punti in cui dissento. I "media" sono sempre esistiti, solamente non erano di "massa". Solo la scienza e la tecnologia, sua figlia, (tanto vituperata da Fini) ha permesso e permetterà sempre più di diffondere conoscenza e informazioni a livello capillare nel globo. Tutto ciò accellererà trasformazioni sociali ed economiche e provocherà sicuramente problemi. Io preferisco questi problemi a quelli derivati dalla staticità delle forme dei poteri costituiti da ormai troppo tempo.<br />Ci sarnno rivoluzioni? Spero di si, spero solo che non siano sanguinose come quelle in passato. Più della metà della popolazione mondiale soffre, è denutrita ed è sfruttata. Appena avranno notizie che il resto dell'umanità fa le diete e consuma antidepressivi perchè non sa come passare il tempo... penso che s'incazzerà un pochettino, non credete?<br /><br />------------------------<br />DISTRUGGIAMO I MEDIA<br /><br />Io credo che se si farà ancora una Rivoluzione in Occidente non sarà contro le classi politiche, i governi, la finanza, le Banche. Sarà contro i Media. Contro i mezzi di informazione di massa. Non intendo qui la cattiva informazione, ma l'informazione "tout court", l'informazione in quanto tale. La parola (e ancor più l'immagine) è diventata una barriera fra noi e la vita. L'occhio che doveva aprirci il mondo ci ha, in realtà, rinchiusi in casa ridotti in cattività. E questo vale per tutto il sistema dei media, nelle dimensioni gigantesche che è venuto via via assumendo, per la TV, per Internet, per le e-mail, per gli sms, per i cellulari, per l'i-pod, per la radio, per la carta stampata. Noi viviamo sempre più di resoconti e sempre meno in prima persona. Sempre più nel virtuale e sempre meno nel reale. L'informazione non fa solo da incessante e intollerabile sottofondo alle nostre vite, se ne è impossessata. Il mondo virtuale che ci siamo costruiti ha un grande, anche se apparente, vantaggio su quello reale. Esclude, proprio perché tale, la sofferenza e il dolore. Le emozioni, i sentimenti e anche le passioni che può suscitare sono pure esse virtuali. Le lacrime che versiamo nel virtuale pur essendo vere sono finte. Perché non ci implicano realmente. Sono quel tipo di lacrime che generazioni di donne hanno versato vedendo Via col Vento e immedesimandosi in Rossella O'Hara ma guardandosi bene dal diventare Rossella O'Hara. L'eliminazione del dolore e della sofferenza dalla vita la facilitano, annullandola. Non è più la vita ma la sua parodia. Il problema, dicevo, è nell'informazione in quanto tale. Non però nella sua essenza, ma nella quantità, nelle dimensioni che è venuta assumendo fino a schiacciare, soffocare la vita reale che, certo, c'è ancora ma ha un posto sempre più marginale di fronte alla sproporzione dei media. "Ciò che non fa notizia non esiste" lo si è detto tante volte. Nel mondo delle comunicazioni di massa, nel mondo della rappresentazione è la realtà ad essere diventata irreale. Come sempre, come in tutta la storia della tecnica quando si fa di massa, siamo vittime di un meccanismo che noi stessi abbiamo creato. Sicuramente c'è stata una fase iniziale in cui l'uomo era in grado di controllare i media e di utilizzarli ai propri fini. Ma poi impercettibilmente il rapporto ha cominciato a invertirsi, i mezzi di comunicazione a rafforzarsi nella misura in cui l'uomo abbassava di fronte ad essi (e a causa di essi, qui sta l'infernalità del meccanismo) le proprie difese in un sinistro processo sinergico che, lento all'inizio, è diventato sempre più vorticoso. Come la palla di neve, innocua e graziosa in partenza, prende forza man mano che scende verso valle fino a diventare valanga inarrestabile, così il potere dei media, e in generale della tecnica, di cui l'informazione è un prodotto, forse il più raffinato, certamente il più insidioso, nutrendosi lungo il suo percorso di menti sempre più indebolite e incapaci di resistergli, ha preso dimensioni sempre più mostruose ed è diventato totalitario e assoluto. Il mezzo si è fatto fine, il servo padrone (è quello che è successo anche con un'altra raffinata invenzione umana, il denaro).<br /><br />“...ma internet <br /><br />ci deve servire per cominciare ad intaccare <br /><br />la filiera <br /><br />dei media sino <br /><br />a distruggerla, distruggendo, <br /><br />a processo <br /><br />concluso, <br /><br />anche <br /><br />Internet.”<br /><br />E tutto questo è avvenuto in modo naturale, com'è naturale una valanga. Nessuna diabolica mente, nessuna Spectre, ha pianificato di sottomettere, attraverso il gigantismo dei media, l'uomo per meglio servirsene. È stato l'uomo a mettersi in trappola da solo. Ad assoggettare l'uomo sono stati proprio gli strumenti che aveva creato per emanciparsi, per potenziarsi, per liberarsi. La ricerca della conoscenza, per un estremo paradosso che sempre segue le vicende umane, ha alla fine ucciso la conoscenza, mentre, in contemporanea, la razionalità della tecnica snervava e indeboliva l'uomo, ne annullava il carattere, gli istinti, la vitalità riducendolo a una poltiglia indistinta. Media e tecnica, insieme, ci hanno sottratto la vita. Il primo passo per invertire il percorso è la distruzione del potere dei media. Non sarà una rivolta di classe, ma una rivolta della poltiglia appena avrà ripreso un minimo di coscienza di sé. Qualcuno, soprattutto fra i lettori de La Voce del Ribelle, che sono prevalentemente giovani, obietterà che proprio Internet, uno dei più sofisticati strumenti della tecnologia dell'informazione, è un mezzo indispensabile per questa presa di coscienza e quindi per la ribellione. È vero. Il movimento No Global è nato proprio grazie a Internet (anche se si è trasformato quasi subito, a causa della grancassa del sistema complessivo dei media, in New Global, cioè nella solita esportazione nell'universo mondo del modello di sviluppo occidentale, informazione compresa, solo un poco più umanizzato). Ma internet ci deve servire per cominciare ad intaccare la filiera dei media sino a distruggerla, distruggendo, a processo concluso, anche Internet. Per ritornare ad essere uomini e non spettatori. Finalmente liberi. Di nuovo vivi.<br /><br />Massimo FiniMassimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-20850995570073657682009-03-07T19:08:00.001+01:002009-03-07T20:01:03.935+01:00Dopo 15 anni un'intervista live a Grillo: ERESIAAAAAA<object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/DDU9Ay4JzGo&hl=it&fs=1&color1=0x006699&color2=0x54abd6"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/DDU9Ay4JzGo&hl=it&fs=1&color1=0x006699&color2=0x54abd6" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object>Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-45902897716863704292009-01-26T16:46:00.005+01:002009-03-07T19:53:34.952+01:00Un progetto necessario<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVZEkt8O5vdpU87BmA2ahK7IACQjAydMybDok0lZKg1qUXLII2QV0HKJ9ljyzBCojtUEsW0WFvK2iQxoDRKk1up7qZ_79ubHZJEcdk5_M7Uv97gYkGBvAhS53N70sZmBEBvU2sQw/s1600-h/Galileo_Galilei_3.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 252px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVZEkt8O5vdpU87BmA2ahK7IACQjAydMybDok0lZKg1qUXLII2QV0HKJ9ljyzBCojtUEsW0WFvK2iQxoDRKk1up7qZ_79ubHZJEcdk5_M7Uv97gYkGBvAhS53N70sZmBEBvU2sQw/s320/Galileo_Galilei_3.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5310520876809362066" /></a><br />Voglio segnalare un sito ed un progetto di approfondimento scientifico di cui si sentiva veramente la mancanza. Il manifesto del progetto è riportato qui sotto ed il link del sito è:<br /><a href="http://progettogalileo.wordpress.com/">http://progettogalileo.wordpress.com/</a><br />Il taglio è divulgativo e la mission è quella di fare informazione scientifica d’alta qualità direttamente dalla “fonte" .<br />I ricercatori-autori del blog spiegheranno in modo semplice ma dettagliato, corretto e verificabile, le notizie di scienza e tecnologia , il tutto senza filtri quali lobbies, giornalisti incompetenti, ordini politici, agenzie di stampa.<br />Una manna quindi e una dimostrazione ulteriore della potenza della rete che permette di togliere intermediari tra le fonti e i destinatari.<br />Mai come in questi periodi bui avremo bisogno di simili iniziative. Furbastri ed impostori si moltiplicheranno, se possibile, ancora di più per approfittare dei periodi di confusione futuri.<br />Creazionisti, negazionisti, teo-con, integralisti e chi più ne ha più ne metta sono sempre pronti a confondere significati di parole, dati, teorie oggettive e accreditate per i loro scopi a me ignoti ma sicuramente bui. Facciamo luce su quel buio inquietante vigilando e seguendo anche questo progetto interessantissimo.<br />______________________________________________<br />MANIFESTO<br /><br />Complici una cultura non proprio incline alle materie scientifiche dell’Italia, un antiscientismo psicodelirante di certe parti sociali, una tecnofobia paradossale nell’era tecnobioinformatica e un sensazionalismo dei media che pur di shockare si inventa notizie inesistenti, il nostro paese sta inesorabilmente avviandosi in un vicolo cieco da cui difficilmente sarà possibile uscire.Gli effetti di tutto questo sono: un impoverimento culturale del paese, una paura irrazionale del nuovo e del cambiamento, un uso strumentale delle fobie che riguardano le biotecnologie da parte di lobbies politiche e religiose, una diminuzione dei finanziamenti alla ricerca scientifica, la cosiddetta fuga dei cervelli all’estero, il cui danno enorme in termini di perdita di ricercatori specializzati, risorse e tecnologie è ormai incalcolabile e i cui effetti saranno evidenti solo quando sarà troppo tardi per porvi rimedio.Progetto Galileo nasce come reazione a tutto questo e punta innanzitutto a fare informazione scientifica d’alta qualità direttamente dalla “fonte”, cioè i ricercatori-autori del blog spiegheranno in modo semplice ma dettagliato, corretto e verificabile, le notizie di scienza e tecnologia . Questo approccio ha un discreto vantaggio rispetto a tutte le altre fonti di notizie che trovate nei media: Progetto Galileo non ha filtri, non ci sono agenzie di stampa, né giornalisti, né ordini politici o di lobbies che cercano di piegare le notizie a proprio vantaggio.Gli autori di Progetto Galileo quindi cercheranno in tutti i modi di smascherare le false notizie, le bufale e la disinformazione da cui siamo bombardati ogni giorno, anche con l’aiuto di segnalazioni, commenti e proposte dei lettori. In un mondo in cui le tecnologie avanzate, con tutte le implicazioni etiche e sociali che investono la società, crescono di giorno in giorno, e i cui effetti benefici per le nostre vite possiamo vedere intorno a noi, non possiamo più permetterci scelte dettate da ignoranza o paure ancestrali.L’informazione scientifica deve essere ad alti standard e disponibile per tutti: la battaglia contro la disinformazione scientifica deve essere combattuta in prima linea giorno dopo giorno.Noi, come autori di Progetto Galileo, speriamo di poter dare un piccolo contributo per vincere questa sfida epocale.<br />Lo staff di Progetto GalileoMassimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-2767524823048035382008-12-12T11:50:00.005+01:002008-12-26T22:17:42.850+01:00Il dittatore "de noantri..."<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjU49JRcFS_hlI-MYafgv6Wivmy2HaaOKru2I9nAySYJONlnmxZxiPyd_1ulejvGwTE9HdyYixBe45DzvkceyKLY2VuK6iHzd9uZXipwPuJZDkw2xpYstgqxwhbSoYPr5hkILtocQ/s1600-h/costitu.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5284210873846880930" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 184px; CURSOR: hand; HEIGHT: 180px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjU49JRcFS_hlI-MYafgv6Wivmy2HaaOKru2I9nAySYJONlnmxZxiPyd_1ulejvGwTE9HdyYixBe45DzvkceyKLY2VuK6iHzd9uZXipwPuJZDkw2xpYstgqxwhbSoYPr5hkILtocQ/s320/costitu.jpg" border="0" /></a><br /><div>Massimo Fini è un libero pensatore di rara intelligenza.<br />Vi invito a visitare e sostenere il suo preziosissimo sito<br />http://www.ilribelle.com/<br />Una voce indipendente, preziosa, intelligente, dalla parte di noi cittadini (o sudditi) e per questo esiliata.<br />Passate parolaaaaa<br /><br />------------<br />Con l’annuncio di Silvio Berlusconi di voler cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza si è giunti al culmine di un’escalation, iniziata tre lustri fa, che porta dritto e di filato a una dittatura di un solo uomo che farebbe invidia a un generale birmano.<br />Da un punto di vista formale la cosa è legittima. La nostra Carta prevede, all’articolo 138, i meccanismi per modificare le norme costituzionali. Ma farlo a colpi di maggioranza lede i fondamenti stessi della liberal-democrazia che è un sistema nato per tutelare innanzitutto le minoranze (la maggioranza si tutela già da sola) e che, come ricordava Stuart Mill, uno dei padri nobili di questo sistema, deve porre dei limiti al consenso popolare. Altrimenti col potere assoluto del consenso popolare si potrebbe decidere, legittimamente dal punto di vista formale, che tutti quelli che si chiamano Bianchi vanno fucilati. Ma la Costituzione non ha abolito la pena di morte? Che importa? Si cambia la Costituzione. Col consenso popolare. Elementare Watson. Senza contare che a noi la Costituzione del 1948 va bene così, e non si vede un solo motivo per stravolgerla (altra cosa è qualche ritocco sporadico per aggiornarla).<br />Com’è possibile che in una democrazia si sia giunti a questo punto? Non fermando Berlusconi sul bagnasciuga, permettendogli, passo dopo passo, illiberalità e illegalità sempre più gravi. Prima il duopolio Rai-Fininvest (poi Mediaset) che è il contrario di un assetto liberal-liberista perché ammazza la concorrenza e in un settore, quello dei media televisivi, che è uno dei gangli vitali di ogni moderna liberaldemocrazia. Poi un colossale conflitto di interessi che si espande dal comparto televisivo a quello editoriale, immobiliare, finanziario, assicurativo e arriva fino al calcio. Quindi le leggi “ad personas”, per salvare gli amici dalle inchieste giudiziarie, “ad personam” per salvare se stesso, il “lodo Alfano”, che ledono un altro dei capisaldi della liberaldemocrazia: l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Infine una capillare, costante e devastante campagna di delegittimazione della Magistratura non solo per metterle la mordacchia (che è uno degli obbiettivi, ma non l’unico e nemmeno il principale della cosiddetta riforma costituzionale), ma per instaurare un regime a doppio diritto: impunità sostanziale per “lorsignori”, “tolleranza zero”, senza garanzia alcuna, per i reati di strada, che sono quelli commessi dai poveracci.<br /><br />Presidente del Consiglio, padrone assoluto del Parlamento e di quei fantocci che sono i presidenti delle due Camere, padrone assoluto del centro-destra, se si eccettua, forse, la Lega, padrone di tre quarti del sistema televisivo, con un Capo dello Stato che assomiglia molto a un Re travicello, Silvio Berlusconi è ormai il padrone assoluto del Paese e si sente, ed è, autorizzato a tutto. Recentemente ha avuto la protervia di accusare le reti televisive nazionali, che pur controlla nella stragrande maggioranza (ieri, in presenza del suo inquietante annuncio, si sono occupate soprattutto della neve), di “insultarlo”, di “denigrarlo”, di essere “disfattiste” (bruttissima parola di fascistica memoria), di parlare troppo della crisi economica e quasi quasi di esserne la causa (mentre lui, il genio dell’economia, non si era accorto, nemmeno dopo il crollo dei “subprime” americani, dell’enorme bolla speculativa in circolazione).<br /><br />Poi, non contento, ha intimidito i direttori della Stampa e del Corriere (il quale ultimo peraltro se lo merita perché ha quasi sempre avvallato, con troppi silenzi e qualche adesione, tutte le illegalità del berlusconismo) affermando che devono “cambiare mestiere”.<br /><br />Questa escalation berlusconiana ci spiega la genesi del fascismo. Che si affermò non in forza dei fascisti ma per l’opportunismo, la viltà, la complicità (o semplicemente per non aver capito quanto stava succedendo) di tutti coloro che, senza essere fascisti, si adeguarono.<br /><br />Ma sarebbe ingeneroso paragonare il berlusconismo al fascismo. Ingeneroso per il fascismo. Che aveva perlomeno in testa un’idea, per quanto tragica, di Stato e di Nazione. Mentre nella testa di Berlusconi c’è solo il suo comico e tragico superego, frammisto ai suoi loschi interessi di bottega.<br /><br />Una democrazia che non rispetta i suoi presupposti non è più una democrazia. Una democrazia che non rispetta le sue regole fondamentali non può essere rispettata. E a questo punto perché mai il cittadino comune dovrebbe rispettarla invece di mettersi “alla pari” col Presidente del Consiglio? “A brigante, brigante e mezzo” diceva Sandro Pertini quando lottava contro il totalitarismo. O per finirla in modo più colto: “Se tutto è assurdo”, grida Ivan Karamazov “tutto è permesso”.<br /><br />Massimo Fini<br /><br />Marco Travaglio</div>Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-83934571718331820102008-12-11T09:23:00.005+01:002008-12-26T22:13:58.403+01:00L' arroganza più stoltezza al potere<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2oYPYwSLORFUi1Rb1Xu8JC3ukQFAeC8Hd_9NLf-GXtmyn2x2ypDkn8VjIc1U2q_SeDtvac_0xTT3KyaFSJ2lC4Tfm2nscGnud-2xexKvJC_VAF5Qj0919IfseoijYxd8LO5ZgrA/s1600-h/images.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5284209527690072370" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 91px; CURSOR: hand; HEIGHT: 130px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2oYPYwSLORFUi1Rb1Xu8JC3ukQFAeC8Hd_9NLf-GXtmyn2x2ypDkn8VjIc1U2q_SeDtvac_0xTT3KyaFSJ2lC4Tfm2nscGnud-2xexKvJC_VAF5Qj0919IfseoijYxd8LO5ZgrA/s320/images.jpg" border="0" /></a><br /><div>Quando in politica non si usa il buon senso e l'intelligenza ma solo ideologie fatte di beceri slogan e si segue solo la pancia di certi elettori ecco il risultato: alla fine della fiera non si perseguono neppure i propri interessi, anzi...<br />Questo illuminante post di Beppe Grillo elenca i mitici successi del condottiero Umberto paladino del divinizzato Miglio: lo ricordate? Sembrava Yota di guerre stellari. Ebbene anni di insulse battaglie urlate e bestemmiate, supportate da figuri quali Borghezio e Calderoli hanno partorito i successi sotto elencati in attesa del fantomatico federalismo che mai si farà perchè non ci saranno i soldi per realizzarlo.<br />Probabilmente partoriranno un topolino ridicolo per salvare la faccia che i mass media di regime passeranno come successo planetario.<br />Unico merito della Lega il discreto ricambio generazionale della classe politica nei comuni dove governa. Non ci vuole molto ad amministrare bene un comune. Basta cacciare i politicanti di professione e metterci gente onesta che curi gli interessi dei cittadini e non degli amici degli amici.<br />Non occorreva la Lega per dimostrarlo basta un po di buon senso, merce sempre più rara....<br />-----------------------------<br />Umberto Garibaldi, l'antifederalista<br />Bossi è l'erede di Giuseppe Garibaldi. Il suo vero sogno è uno stato nazionale, centralista, magari un po' fascista. Quando racconta la storia dei Comuni pensa in realtà a Giulio Cesare e alle glorie dell'Impero Romano. Va a Pontida negli incontri pubblici, ma in privato visita i Fori Imperiali e si reca in gita a Predappio.La Lega è un partito federale, ma solo in periodo elettorale. Passata la festa, gabbato il valligiano bergamasco. Bossi è più furbo di Andreotti, più calcolatore di Gelli, più panzanaro dello psiconano. Un grande Padre della Patria. Si merita una statua equestre in piazza Venezia. Ha fatto più la Lega per l'affermazione di Roma Caput Mundi e dell'unità nazionale che ogni altro partito apparso in Italia, a parte il fascismo. Il Duce diceva cosa voleva fare e spesso non ci riusciva, il Senatùr dice il contrario di quello che farà e ci riesce sempre. Una mente superiore.Da quando la Lega è al Governo, in meno di un anno, ha ottenuto risultati strepitosi per il federcentralismo:- ha eliminato l'Ici, unica vera tassa federale, per i Comuni- ha <a href="http://www.jacopofo.com/berlusconi-tremonti-privatizzazione-acqua" target="_blank">privatizzato l'acqua</a>, che passa in gestione dai Comuni alle concessionarie e alle multinazionali- ha tolto alle Regioni il potere di decidere in materia di politica ambientale- ha permesso la creazione di una nuova base militare statunitense a <a href="http://www.beppegrillo.it/2008/10/reeferendum_on_line_per_la_base_militare_dal_molin.html" target="_blank">Vicenza</a> ("Padroni a casa nostra") con la proibizione di un referendum indetto dal Comune- non ha eliminato i Prefetti, ma ha militarizzato le città con l'esercito- ha tolto alle Università del Nord, ad esempio 40 milioni di euro al Politecnico di Milano, per dare <a href="http://www.beppegrillo.it/2008/10/grembiulini_e_p.html" target="_blank">150 milioni al Comune di Catania</a> e 500 milioni al Comune di Roma, per evitare il fallimento- ha ignorato la presenza di <a href="http://www.beppegrillo.it/2008/06/lhiroshima_e_vicina.html" target="_blank">90 testate atomiche statunitensi</a> a Ghedi Torre nel Bresciano e a Aviano in Friuli- ha aumentato i <a href="http://it.youtube.com/watch?v=LxYlZSAsW2M" target="_blank">costi della politica</a>- ha lasciato che <a href="http://www.beppegrillo.it/2008/08/la_cassa_di_bruxelles.html" target="_blank">8/9 miliardi di euro</a> di fondi europei OGNI ANNO (soldi interamente versati con le nostre tasse) vadano a Calabria, Campania e Sicilia senza nessun controllo. E chi vuole controllare che non finiscano ai partiti e alla criminalità organizzata, come <a href="http://it.youtube.com/watch?v=i00-hRJ3N3U&feature=related" target="_blank">Luigi De Magistris</a>, viene trasferito.Le camicie rosse di Garibaldi hanno fatto l'Italia, le camicie verdi di Bossi l'hanno strafatta.Se dopo alcuni mesi di governo della Lega lo Stato centralista e romano si è rafforzato in questo modo, cosa ci riserva il futuro? La tassa federale per il Nord e gli sgravi fiscali per la mafia?E' il federalismo che traccia il solco, ma è la poltrona che lo difende!</div>Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-73371185632899267562008-11-07T10:07:00.012+01:002009-03-07T19:48:18.729+01:00Tutto si può fare<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_6UFb20AxNV1_MzqWh6UTQZCHSInXTiP2Kfjzxk2BvKSZ7AYLiotYXjM0yJiZH5gHpvtULQT1MgOmka6iSupMRehS8snFC5ea5hm9-795DRH-Bd-UCw2eZXE6wZGsIZaqOmT9jw/s1600-h/insieme.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5265937459395405938" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 241px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_6UFb20AxNV1_MzqWh6UTQZCHSInXTiP2Kfjzxk2BvKSZ7AYLiotYXjM0yJiZH5gHpvtULQT1MgOmka6iSupMRehS8snFC5ea5hm9-795DRH-Bd-UCw2eZXE6wZGsIZaqOmT9jw/s320/insieme.jpg" border="0" /></a><br /><div><br /><br /><div><br /><div><br /><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQmMcHMTteDfGf-jxCX0a5x-iOe9pVUZXnkPWrRANaPMCrZD5NZcTHMlHHQamcEkUcVhHNKG_24eHBwZ4EtPMf8g6xRFz_rOEjh0ZMa7KMGhemVGwPr7wAOQIeSLU60_6K1d0tnQ/s1600-h/ObamaB22222.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5265895964245458130" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 320px; CURSOR: hand; HEIGHT: 240px" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQmMcHMTteDfGf-jxCX0a5x-iOe9pVUZXnkPWrRANaPMCrZD5NZcTHMlHHQamcEkUcVhHNKG_24eHBwZ4EtPMf8g6xRFz_rOEjh0ZMa7KMGhemVGwPr7wAOQIeSLU60_6K1d0tnQ/s320/ObamaB22222.jpg" border="0" /></a> "Tutto si può fare" era una frasetta che ripetevo spesso da giovincello e confesso che sentirla ripetere tradotta in "yes we can" qualche brivido me lo ha dato.<br />La frasetta è antica come il mondo e molti la considerano una frase fatta. Probabilmente hanno ragione ma evidentemente qualche volta no!<br />Il miracolo di Obama è la prova.<br />I brividi si sono trasformati in commozione quando ho ascoltato in piena notte il suo discorso di vittoria a Chicago. Un discorso rivoluzionario che entrerà nella storia.<br />Non so se Obama riuscirà a realizzare quello che si propone ma se anche ne realizzasse la metà sarebbe una rivoluzione socio, politica, economica ugualmente.<br />Una marcia in più di Obama è il meraviglioso cervello di sua moglie che si affiancherà al suo nel prendere decisioni.<br />Finalmente la rivincita dell'intelligenza dopo anni di buio della ragione.<br />Il miracolo è cominciato: continuerà?<br />Altre domande sono: sarà troppo tardi? Il resto del mondo seguirà o impedirà questo progetto?<br />Penso che dipenda anche da noi, dal nostro impegno nel sostenere e difendere questa rivoluzione con tutte le nostre ultime forze.<br />Troppo pessimista? Macchè.....<br /><strong><span style="font-size:180%;"><span style="color:#ff0000;">TUTTO SI PUO' FARE</span> </span></strong></div><br /><div>---------------------------<br /><strong><span style="font-size:130%;">La rivincita dell'intelligenza</span></strong><br />di Vittorio Zucconi<br /><br />Confesso qualche commozione molto poco professionale, e molto diversa dal cinismo che a volte noi giornalisti affettiamo, nell'ascoltare la network Fox, quella che disperatamente e sfacciatamente ha fatto campagna di calunnie e di montature contro Obama "il terrorista, marxista, mussulmano, radicale" e che mi sono crudelmente goduto per ore nel suo calvario, ha annunciato alle 23 di ieri che l'America avrebbe avuto, per la prima volta nella propria storia, un Presidente di etnia mista africana ed europea.<br />Nella sua vittoria, e nella insurrezione nazionale e pacifica contro gli otto anni del peggior governo repubblicano che l'America avesse conosciuto dal quadriennio di Herbert Hoover, il padre della Grande Depressione, c'è il riscatto non della sinistra contro la destra, non dei "migliori" contro i "peggiori", perché in democrazia non ci sono "superiori" e "inferiori" e il voto del Rettore Magnifico conta quanto quello del fattorino che gli porta il caffè.<br />Il successo di Barack Hussein Obama è anche qualcosa di più importante dell'ormai inevitabile riconoscimento che nel club più esclusivo del mondo, quello che ha visto ammessi soltanto 41 uomini bianchi (per 43 presidenze) in duecento vent'anni non potevano non entrare cittadini con volti, e domani con sesso, diversi e più simili al volto dell'America, è la rivincita dell'intelligenza e della preparazione sul mito dell'"uomo qualunque" e della banalizzazione delle istituzioni.<br />Non sappiamo, e nessuno lo può dire, se Barack Hussein Obama sarà un buon presidente, se riacciufferà l'economia americana dall'abisso nel quale sta precipitando e dove trascinerebbe anche noi (la produzione industriale americana in ottobre è diminuita del 26%, un quarto, questo per coloro che ci ripetevano che la crisi della finanza non era la crisi dell'economia reale), se ritesserà la maglia di amicizia e di stima internazionale che Bush ha lacerato nonostante la piaggeria degli inutili cortigiani alla Berlusconi, se sarà una delusione come Carter o un successo come il vecchio, prudente Bush.<br />Ma sappiamo che finalmente nello Studio Ovale siederà qualcuno che conosce la differenza fra un libro e una sega a motore, che non considera la cultura e la sintassi come espressioni di "fighettismo", secondo l'atroce neologismo caro ai duri e puri. Non uno "come me", ma uno migliore di me, capace di ascoltare, ma anche di riflettere e di circondarsi di persone delle quali non teme la concorrenza, perché non soffre di complessi di inferiorità.<br />Molto abbiamo detto, scritto e ascoltato, da mesi ormai, sulla straordinaria novità di un presidente afro americano, insieme bianco (la parte di lui che sempre si dimentica) e nero, ed è ovvia la lezione - anzi, la sberla - che la democrazia americana ha dato ai miserabili sfruttatori delle paure razziali e del provincialismo identitario che oggi purtroppo spadroneggiano in Europa. O che fecero dire in un telegiornale de La7 al Presidente della Camera italiana, onorevole Gianfranco Fini, che l'America non avrebbe mai eletto "un nero". Ma la promessa di Obama è più della etnia, della storia personale, della capacità di superare l'handicap di un nome tremendo come Hussein, è la stessa che fece di Kennedy l'uomo che fermò il mondo a un passo dall'olocausto nucleare leggendo e rileggendo "I cannoni d'Agosto" il libro di una storica americana, Barbara Tuchman, che raccontava come la guerra sia la marcia della follia verso il disastro. E rispondendo di no ai generali che raccomandavano l'invasione dell'isola.<br />L'elettorato americano ha punito il partito Bush, dando, insieme con la Casa Bianca, una schiacciante maggioranza di seggi si Democratici nella Camera e nel Senato. Ha respinto otto anni di mediocrità spacciata per grande visione morale, ha rifiutato offeso l'assurda candidatura di una governatrice di provincia che le donne americane hanno preso come un insulto, portato da chi maschilisticamente crede che le donne votino soltanto nel segno del loro genere e non nella scelta della persona migliore per loro stesse e le loro famiglie. Ma soprattutto ha detto che era stanco di essere trattato come un gregge di idioti contenti di essere governati da un compagno di bicchierate che li fa sentire meno stupidi. La democrazia non deve scegliere geni o premi Nobel ma neppure cadere nella tentazione del gioco al ribasso e all'instupidimento collettivo dei venditori di barzellette e di perline.<br />God bless America. Sia benedetta l'America che ha ritrovato la forza per credere nella democrazia e la persona per raccogliere in maniera civile e intelligente l'onda dell'antipolitica che anche qui si era alzata.</div><br /><br /><br /><div></div></div></div></div>Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-84737274101826336372008-11-06T13:40:00.004+01:002008-11-06T14:13:21.682+01:00Uccidere la storia per i propri interessi - una strana coppia....<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8kNdjhBke6tM085xEWh9yOG-emGeL8NZC1_IFemtmxE2Pn88DTLJzJiQ5McqdiRqRZ9KVApDuFiA4WRVhkkRNQieCAbbHXy-jG0O2jqpnwxraom3q1_NJOHHgTUhceftuKtmWzg/s1600-h/274.jpg"><img style="float:right; margin:0 0 10px 10px;cursor:pointer; cursor:hand;width: 320px; height: 240px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8kNdjhBke6tM085xEWh9yOG-emGeL8NZC1_IFemtmxE2Pn88DTLJzJiQ5McqdiRqRZ9KVApDuFiA4WRVhkkRNQieCAbbHXy-jG0O2jqpnwxraom3q1_NJOHHgTUhceftuKtmWzg/s320/274.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5265531094985120738" /></a><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPajH6WmmZGQS4mANDb29-rZcDih2AbKHU4PE7OUUlomdiCjuicQlIT0red60eoi8Gru__spIM3xYMGwOJ6J8SbBmC0Ll43A_5rusWSrV1CimwnGOGzl2Qs11Ik3zsDjvSUZRn0A/s1600-h/3005893979_dfb6f482ce.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;width: 253px; height: 320px;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPajH6WmmZGQS4mANDb29-rZcDih2AbKHU4PE7OUUlomdiCjuicQlIT0red60eoi8Gru__spIM3xYMGwOJ6J8SbBmC0Ll43A_5rusWSrV1CimwnGOGzl2Qs11Ik3zsDjvSUZRn0A/s320/3005893979_dfb6f482ce.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5265530926973358146" /></a><br />Voglio conservare tra i miei appunti digitali questo magnifico pezzo di Pino Nicotri che fotografa perfettamente le teorie un po schizzoidi dei due personaggi sottocitati.<br />Mescolando infatti, un po di verità con arditi punti di vista forzati, ecco che si sfornano teorie improbabili e contraddittorie fatte apposta per confondere le idee ai più arrendevoli. <br />Tali teorie tutte personali non aggiungono nulla alle verità storiche ma generano solo confusione non saprei quanto cercata di proposito.<br />Nel caos delle idee solo i più furbi ne approfittano e guarda caso sono proprio loro oggi ad approfittarne.<br />Fino a quando dipende solo da noi e dalla nostra capacità di smascherare tutti gli inutili polveroni attorno alle idee storicamente accertate e condivise dalle comunità scientifiche.<br /><br />-----------------------------<br /><br />LA STRANISSIMA COPPIA RATZINGER - PANSA<br /><br />Il lato per così dire comico o grottesco è che ha pure citato Galilei! Senza che nessuno gli ricordasse che se c’è qualcuno che quel nome è meglio che non lo nomini, se non per battersi il petto e cospargersi il capo di cenere, è proprio un papa. Eppure nei giorni scorsi nel ricevere gli scienziati riuniti dalla Accademia pontificia delle scienze - per un confronto ragionato su fede e scienza in vista dei 150 anni dalla pubblicazione della teoria evoluzionistica di Darwin - papa Ratzinger non ha esitato a citare Galilei. Cosa particolarmente stupefacente, se non pazzesca, lo ha citato per sostenere la propria tesi, ovviamente di magnifico connubio tra fede e scienza, tra religione e scienza. “Galilei vedeva la natura come un libro il cui autore è Dio”, ha detto il papa alla presenza di personaggi del calibro di Stephen Hawking, il celebre fisico inglese paralitico da molti anni anche nella favella, ma non nella volontà: tanto che per parlare usa una sorta di puntatore, comandato dal movimento degli occhi, per scegliere le parole dallo schermo del computer incorporato alla sua sedia a rotelle, parole che vengono poi mandate a un sintetizzatore vocale. Peccato non abbia citato anche Giordano Bruno, visto che Galilei non è finito al rogo solo perché alla sua bella età, 70 primavere come Berlusconi, ha abiurato le proprie teorie e s’è dovuto pure inginocchiare a terra. Particolare NON irrilevante, Ratzinger prima di diventare papa è stato a lungo il responsabile di quella Congregazione per la Dottrina della Fede che una volta si chiamava Inquisizione…<br /><br />TRASFORMISMO - La capacità in particolare nostra, cioè italiana, di passare senza imbarazzo da una posizione al suo opposto, pur di poter continuare a detenere il potere e godere dei suoi privilegi, è molto bene illustrata da questa giravolta papale, vero e proprio salto mortale. Triplo, visto che ormai perfino in Vaticano – grazie al neo presidente dell’Accademia, il fisico Nicola Cabibbo - ammettono che Darwin è inconfutabile e che sono più che altro macchiette patetiche i credenti americani che, amando i cocktail da bravi americani, hanno shakerato tutto e inventato la teoria del “disegno intelligente”, disegno ovviamente divino, di Dio, del Dio della bibbia. Per essere intelligente, il disegno appare fin troppo lento, accumulando sangue, sventure, morti, guerre, epidemie, malattie orribili, piaghe d’Egitto e non solo d’Egitto in numero molto superiore a sette, sfruttamenti bestiali, catastrofi da terremoti, tsunami ed eruzioni, più una natura che per sopravvivere usa trasformare i più deboli in bocconcini per le fauci dei più forti: mors tuta, vita mea; il pesce grande mangia il pesce piccolo, ecc. Il disegno è “intelligente”, ma ovviamente resta per gli esseri umani imperscrutabile, estraneo quindi all’intelligenza umana. In soldoni, il disegno intelligente consiste nel credere che qualunque cosa accada, e da millenni accadono fin troppi macelli, Dio ha in mente qualcosa di meglio e guida l’umanità verso chissà quali radiosi progressi futuri. Insomma, le “umane sorti progressive” cantate con amaro disincanto dal povero Giacomo Leopardi.<br /><br />LUCI E TOMBINI - La Chiesa almeno con le sue giravolte cerca di approdare a sponde migliori, più umane. Gli entusiasti dei romanzi di Giampaolo Pansa invece fanno il contrario, adusi come sono a guardare la pagliuzza negli occhi altrui nascondendo la trave, anzi le travi al plurale, e qualche scheletro negli occhi propri. Anche Giulietta e Romeo facevano di sicuro pipì e popò, ma non per questo si può accusare Shakespeare di essere un falsario per non averlo detto o i due immortali innamorati di essere solo dei cagoni. Il pensiero pansiano invece fa proprio questo: del corpo umano non vede le meraviglie, ma solo la defecazione; dei palazzi non vede l’architettura, ma solo i pozzi neri e le chiaviche; delle sfilate di moda non vede i begli abiti, le belle modelle e i modelli, ma solo i tampax, le mutande quanto meno sudaticce di chi sfila, magari qualche emorroide; delle città non vede le luci, ma solo le fogne. Ho il sospetto che Pansa non avrebbe mai scritto “Le mille luci di New York”, ma solo le “I centomila tombini di New York”. Il mio ingeneroso sospetto nasce dal fatto che della Resistenza si comincia a non voler vedere più il suo contributo al parto della Repubblica e della Costituzione repubblicana, ma solo gli orrori compiuti in suo nome o da suoi ex membri a Resistenza finita, quando cioè, si badi bene, non era più Resistenza ma vivere “normale”. Se un ex partigiano rubava o uccideva, i suoi misfatti non riguardavano la Resistenza, già passata, ma solo lui e i suoi complici, anche se ex partigiani pure loro. Se io stupro o rubo o anche “solo” scrivo frottole e balle, la responsabilità è mia, solo mia, non de L’espresso nel quale lavoravo. O no? Insomma, le critiche e le accuse dei misfatti degli ex partigiani vanno rivolte semmai al nostro modo di essere società civile.Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-41964232937721527392008-10-18T19:35:00.003+02:002008-10-19T13:04:28.984+02:00John Leggenda è tornatoMi sbilancio:<br />secondo me John Legend è il nuovo Stevie Wonder. Ha il soul nel DNA, non sbaglia un colpo, accetta di dividere il palco con altri grandi autori di colore, è un bel personaggio, insomma ha tutte le carte in regola per farci sognare a lungo. Esce in questi giorni il suo quarto lavoro e questo è il primo video di lancio.Godetevelo!!!!<br />-------------------------<br /><br /><object width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/27ao2FAb1DY&hl=it&fs=1"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/27ao2FAb1DY&hl=it&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" width="425" height="344"></embed></object>Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-29829672251127506582008-10-03T21:02:00.005+02:002008-10-05T23:15:42.311+02:00Veni Vidi Vici (anche in Britannia)<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh26tk9Wdzft2o0TGIOr7Tc9esHEB5C1uL06IEbPhfbg7VzB-NeZgLgMUKFQyzaJITDKALIwZ5E5sRbITt-ORH4-k8OGNjxm5d0uPhxsRiPU8bDzEdo781xP_c5p61whtLO4Mcs9A/s1600-h/giulio%20cesare.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5253781473035791842" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh26tk9Wdzft2o0TGIOr7Tc9esHEB5C1uL06IEbPhfbg7VzB-NeZgLgMUKFQyzaJITDKALIwZ5E5sRbITt-ORH4-k8OGNjxm5d0uPhxsRiPU8bDzEdo781xP_c5p61whtLO4Mcs9A/s320/giulio%2520cesare.jpg" border="0" /></a><br /><div><strong>Cesare, prima di Claudio per ben due volte sbarcò in Inghilterra e non trovando nulla di interessante da conquistare e tantomeno da civilizzare tornò nella sua Gallia senza neppure lasciare avamposti in quella terra piovosa e selvaggia.</strong><br /><strong>Sorrido alle diatribe sulle radici dell'Europa. Radici cristiane? Radici laiche illuministe?</strong><br /><strong>L' Europa e la civiltà come oggi la intendiamo in occidente mai sarebbe nata e sopravvissuta fino ad oggi senza l'esistenza e la diffusione capillare della civiltà romana.</strong><br />......................................................<br /><br /><strong><span style="font-size:130%;">Gli inglesi ringraziano gli antichi romani</span></strong><br /><br />«Senza di loro parleremmo gallese»<br />Il Times dopo la scoperta del punto in cui sbarcarono i soldati : «Gli italiani ci devono delle scuse? No»<br /><br />LONDRA - Gli archeologi britannici hanno trovato il punto esatto in cui, nel 43 d.C., sbarcarono le antiche legioni romane di Claudio. «Il forte di Richborough, Kent meridionale, è sempre stato riconosciuto come la porta d'ingresso della Britannia romana - spiega Tony Wilmott, archeologo dell'English Heritage - ma la scoperta straordinaria è che, scavando nei pressi delle mura, abbiamo trovato l'antica linea di costa, ora sepolta dai detriti». Il forte, in pratica, abbracciava il porto stesso. «La fossa che abbiamo scavato - prosegue Wilmott a colloquio col Times - continuava a riempirsi d'acqua e camminando si poteva sentire l'antico fondale del porto costruito in pietra dura». Gli archeologi britannici hanno anche individuato le fondamenta dell'antico arco di trionfo eretto nell'80 d.C. per celebrare la fine della conquista della Britannia. Ma non solo. Gli scavi hanno portato alla luce vasellame, monete, frammenti di marmo italiano - probabilmente resti dell'arco di trionfo -, legni intarsiati e persino frammenti di pelle. E il forte di Richborough fu con ogni probabilità l'ultimo pezzo d'impero d'oltre Manica che videro i romani quando abbandonarono la provincia.<br /><br />GRAZIE - «Il popolo britannico va fiero di aver respinto l'Armada spagnola, le truppe di Napoleone e e quelle di Hitler», scrive il 'Times' in un editoriale dedicato alla scoperta, «ma quella di Claudio penetrò profondamente. E certo avvenne in violazione di tutte le leggi internazionali... Forse gli italiani ci devono delle anacronistiche scuse». «Ma se non fosse stato per romani - continua il 'Times' - avremmo tutti i capelli rossi e parleremmo gallese; berremmo birra invece che vino; probabilmente avremmo dovuto aspettare 16 secoli in più per avere l'acqua calda, i gabinetti a sifone e il riscaldamento e le nostre strade sarebbero rimaste per la maggior parte inglesi. Ovvero a zig zag. Senza contare che, se Roma avesse fallito, l'inglese oggi sarebbe una sorta di olandese al quadrato dove luglio si dice 'Hooy-Maand»'. «A pensarci meglio - conclude ironicamente il quotidiano - 'Ave atque Vale', antichi romani. E lasciate perdere le scuse»</div>Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-41923727758218495472008-10-01T21:49:00.003+02:002008-10-01T22:04:20.143+02:00La tecnologia ci ha messo nei guai e la tecnologia ci salverà....<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAj3Dm9tz_tCNmlQGdVpv6SQGdJTFxI7SCijiQsMBlQK0xGUcKQrJzH_umuOL_0g25Uc_STycudzionVevjEsVq3xF1AfYNMWtAifHRWExzknaiA0uAI9MMJpQHWadhZzdz5V-fg/s1600-h/images.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5252278758879877938" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAj3Dm9tz_tCNmlQGdVpv6SQGdJTFxI7SCijiQsMBlQK0xGUcKQrJzH_umuOL_0g25Uc_STycudzionVevjEsVq3xF1AfYNMWtAifHRWExzknaiA0uAI9MMJpQHWadhZzdz5V-fg/s320/images.jpg" border="0" /></a><br /><div>A me sembra proprio una bella notizia. Speriamo che sia possibile realizzarla su grande scala...<br />Proviamo a pensare positivo...<br />------------------------------------------<br /><br />La torre che aspira l'anidride carbonica<br />Funziona perfettamente e potrebbe risolvere il problema dei tagli al gas serra che altera il clima<br />La torre aspira-Co2 (da www.ucalgary.ca)L’hanno battezzata «CO2 Tower», la torre dell’anidride carbonica, perché è sormontata da un grande e alto cilindro d’acciaio che svetta in posizione verticale. E’ la prima macchina per aspirare anidride carbonica direttamente dall’aria costruita dall’uomo, il sogno dei governanti e degli industriali di mezzo mondo, alle prese con il difficile esercizio dei tagli alle emissioni di questo onnipresente gas serra responsabile dei cambiamenti climatici. Il professor David Keith e il team di scienziati e tecnologi che l’hanno progettata e realizzata all’università di Calgary, Alberta, in Canada, ne illustrano senza trionfalismi le caratteristiche e le prospettive di sviluppo: «E’ un prototipo sperimentale già funzionante, un impianto relativamente semplice che si basa su tecnologie mature. Ha il pregio di poter svolgere la sua funzione in qualunque posto del pianeta, separatamente da un impianto di produzione energetica. Ne stiamo mettendo alla prova l’efficienza per verificare la nostra ipotesi che possa essere conveniente realizzarlo e distribuirlo in una molteplicità di esemplari». Nessuna promessa spericolata, insomma, ma la presentazione di una soluzione pratica e già operativa, da sottoporre al giudizio della comunità scientifica internazionale per le necessarie verifiche.<br />COME FUNZIONA - Alla base del funzionamento della macchina, c'è un processo chimico-termodinamico sicuro: l’aria aspirata viene posta a contatto con una pioggia di particelle di idrossido di sodio (NaOH) che provocano la separazione della CO2 presente, la quale può essere raccolta e stoccata nella forma più opportuna per il suo smaltimento (I dettagli tecnici del processo possono essere studiati nella <a href="http://www.ucalgary.ca/~keith/papers/97.Stolaroff.AirCaptureContactor.e.pdf" target="_blank" rel="nofollow">pubblicazione scientifica disponibile online.</a> Keith e collaboratori ci tengono a che non si faccia confusione fra la loro tecnologia e quella detta CCS (cattura e stoccaggio del carbonio), anch'essa in corso di sperimentazione in varie parti del mondo: «La CCS preleva l’anidride carbonica ai camini di centrali elettriche o industrie, dove si trova in alte concentrazioni, la nostra macchina, invece, direttamente dall’aria». E’ spontaneo chiedersi, a questo punto, quale vantaggio c’è ad aspirare CO2 dall’aria, dove è presente con una concentrazione di appena lo 0,04%, invece che dai fumi di un impianto energetico, dove la sua concentrazione balza al 10%. «Il fatto è che una larga fetta di CO2 è prodotta da sorgenti mobili: auto, aeroplani, navi, dove la tecnica CCS è inapplicabile -spiega Keith-. Di qui la necessità di pensare anche a una rimozione direttamente dall’aria».<br />UNA «TORRE» SU OGNI TETTO?<br />I primi conteggi, riferiscono Keith e collaboratori, sembrano incoraggianti: il loro prototipo richiede 100 kilowattora per tonnellata di CO2 estratta. «Questo vuol dire che, usando una centrale elettrica a carbone per alimentare la nostra macchina, per ogni unità di elettricità prodotta per farla funzionare, catturiamo CO2 dieci volte di più di quella emessa dalla centrale per il nostro fabbisogno». Insomma, l’efficienza del processo sarebbe fuori discussione. Ora c’è da valutare la convenienza economica di una produzione su larga scala di queste macchine. Galoppando con la fantasia, potremmo immaginare un futuro in cui ognuno di noi, sul tetto, accanto all’antenna della televisione, ha una torretta aspira-CO2 per smaltire i gas serra emessi dalle nostre attività quotidiane!<br />Franco Foresta Martin</div>Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-30910765755001433552008-09-12T09:58:00.003+02:002008-09-12T10:33:05.803+02:00Il pesce puzza dalla testa e la politica pure...<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge6hIoOTH8ano3gT1QgnfW1Y5ExkpVxRWhd9tg9uEcvoANdiGpGboLmOqcdEFH_6Z9K7_CRpD8gyDW5RvgQMH8pagcwuwPmXmOe5twPF6TNg-RYaPj26d8Umo-dbSaJUrOPK2JHA/s1600-h/mob1274_1190044939.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5245048210512497138" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEge6hIoOTH8ano3gT1QgnfW1Y5ExkpVxRWhd9tg9uEcvoANdiGpGboLmOqcdEFH_6Z9K7_CRpD8gyDW5RvgQMH8pagcwuwPmXmOe5twPF6TNg-RYaPj26d8Umo-dbSaJUrOPK2JHA/s320/mob1274_1190044939.jpg" border="0" /></a><br /><div>Qui sotto un lucido pezzo di Luca Sofri ipotizza e analizza, quello che ogni persona dotata di buon senso e un minimo di senso critico aveva gia intuito da tempo.<br />Probabilente, la democrazia matura inevitabilente si trasforma in demagogia di pari passo alla degradazione morale e culturale dei rappresentanti politici che si sususseguono nel tempo. </div><div>A furia di seguire le aspettative di pancia degli elettori guardate un po chi ci governa oggi....<br />Piantiamola poi, di affermare che bisognerebbe fare tutto quello che gli elettori chiedono.<br />Noi vorremmo non pagare le tasse, avere salari elevati, servizi perfetti, niente immigrati, lavorare poco, pensioni ottime, ecc....</div><div>Il paese dei balocchi insomma!!!!!! Secondo voi è possibile? Un politico che ti promette tutto ciò e altro ancora è credibile, è sostenibile?<br />Eppure oggi ci governa un omino di burro come quello di Pinocchio ci sta trasportando tutti verso il paese dei balocchi, raccontandoci che tutto va per il meglio (per lui immagino).<br />Forse siamo tutti Pinocchio ma una volta che ci risveglieremo tutti ciuchini non credo che ci sarà una fatina turchina a salvarci.... o voi credete pure in questo?<br />-----------------------------------------------------<br />Quello che segue è un ragionamento schematico e che non pretende di spiegare tutto. Niente spiega tutto. Le cose sono complicate. Diciamo che è una brusca sintesi di una tendenza, che riguarda il disastro italiano.<br />Qualche giorno fa ho scritto una <a href="http://www.wittgenstein.it/2008/09/03/chi-semina-vento-2/">cosa</a> che Filippo Facci ha usato in una sua <a href="http://www.macchianera.net/2008/09/06/leducazione-del-popolo/">valutazione</a> sui tic perdenti della sinistra, valutazione che io ho trovato molto banale e sbrigativa: facile, buona per l’assenso dei poveri di spirito (mi perdoni Filippo se la uso come sintesi delle obiezioni che non mi riguardano). In breve, spiegavo che il dovere di una buona politica - e di una buona sinistra, e di una buona gente in genere - dovrebbe essere quello di migliorare il mondo: migliorando se stessa, e gli altri. Naturalmente si può discutere su cosa sia “migliore”, ma io credo che alcuni valori condivisi siano indiscutibili. Insegnare a se stessi e agli altri a non essere egoisti, a non essere scorretti, a non essere volgari, a non essere mediocri, a non essere violenti, a non essere stupidi, mi sembra per esempio un percorso su cui si può essere d’accordo, no?<br />(L’obiezione di Facci - quella del trattare i cittadini come fossero bambini - può essere valida per gli stati e le leggi, che non devono presumerli tali: ma trattare nelle nostre vite gli altri come bambini, nel senso di insegnar loro le cose che crediamo giuste e che abbiamo imparato, e impegnarsi per la loro felicità e umanità, è una grande e buona cosa, altro che battute).<br />Dicevo quindi che il problema per la sinistra non è “stare sul territorio” per capire e soddisfare i bisogni della gente: alcuni di questi bisogni sono inaccettabili, per esempio. Non è capendo che una parte di italiani vuole cacciare gli stranieri e trovando quindi il modo per cacciarli che si farà una buona politica (la tesi di Facci per cui queste riflessioni sono dettate dalla sconfitta elettorale riguardino pure qualcun altro: io non sto parlando di vincere le elezioni, sto parlando di comportarsi bene a costo di perderle).<br />Sto parlando di trovare un progetto per cui comportarsi bene consenta eventualmente anche di vincere le elezioni, come risultato accessorio.<br />Starei anche parlando della necessità etica di trovarsi dei modelli per essere delle persone migliori, al di là della politica: e del superamento del <a href="http://www.wittgenstein.it/2006/03/01/una-buona-giornata-comincia-cosigrave/">vecchio</a> <a href="http://luca-sofri.myblog.it/archive/2004/02/09/sii-un-altro.html">pigro</a> alibi sull’”essere se stessi”. Non bisogna essere se stessi (con la sola eccezione di Gesù Cristo, ottimo modello per sé e per gli altri): bisogna essere qualcun altro, migliore di noi.<br />Bene, mi avvicino al ragionamento schematico. Io non penso che gli italiani siano oggi peggiori di come erano una volta. Nè penso che il popolo sia bue, a meno di non eliminare ogni sospetto di presunzione intellettuale da questo giudizio e dire che siamo tutti popolo, e tutti buoi. Penso però che esistano classi e ruoli storicamente privilegiati, storicamente “illuminati” e storicamente investiti dall’obbligo di essere da modello per gli altri. Sono state le classi colte - colte per loro fortuna ed eredità - a guidare i progressi civili, culturali e scientifici della razza umana e delle nazioni democratiche. A guidare i popoli verso il progresso. Sono stati gli intellettuali, i politici, i leader del passato, a modellare i nostri valori e definire le cose che riteniamo giuste. A giungere a una condivisione su cosa fosse giusto e cosa sbagliato e a trasmettere questi sentimenti ai “popoli”.<br />Gli italiani del passato non erano migliori di quelli di oggi. Ma avevano vergogna dei propri difetti, delle proprie meschinità, delle proprie cattiverie. O almeno li sapevano sbagliati. Perché qualcuno gli aveva insegnato che c’era il giusto e lo sbagliato (con molti dubbi in mezzo, ma anche diverse certezze).<br />Ecco, secondo me oggi non lo insegna più nessuno. Lo sbagliato è stato sdoganato. La mediocrità non conosce vergogna né sanzione: anzi a volte è premiata. E se siete superficiali potete prendere questo come un elitismo giorgiobocchista, e pensare che sto prendendomela con gli elettori di destra che votano Berlusconi perché sono stupidi. Balle. Questo è un modo sciocco e pigro di archiviare questo ragionamento. Io invece sto dicendo che in Italia le classi e le persone deputate a essere modello per gli altri se la sono data a gambe, e anzi hanno preso a modello le mediocrità più comuni. Come ho scritto <a href="http://www.wittgenstein.it/2006/12/14/back-to-the-orticello/">altre</a> volte, i leader politici eletti non sono più persone “migliori di noi” (e votate per questo), ma uguali a noi (facendosene un vanto), e anche peggiori di noi (per il nostro compiacimento). Se un tempo desiderare il male altrui era sanzionato da un sistema di valori trasmesso dalla cultura nazionale, oggi alcuni dei pensatori e leader di riferimento persino li promuovono, l’egoismo e il desiderio del male altrui. La mediocrità.<br />Non parlo solo della politica, sarebbe facile e già ci pensano in molti. Parlo dei giornalisti, degli intellettuali, di chi usa la televisione, degli scrittori. Di tutti quelli che parlano agli altri. Persino di certi insegnanti. Di tutti coloro il cui ruolo ha un potere nello stabilire dei modelli, e stabiliscono dei modelli pessimi. Facendo politica vanitosa, giornalismo mediocre, televisione insulsa, esempi vili ed avidi. Per quanto voi vi crediate assolti, eccetera.<br />Mia moglie ha scritto una cosa sull’etica della pubblicità, e parlandone con lei mi sono trovato a obiettarle che la pubblicità è l’unico ambito che per definizione non può dare nessuno spazio all’etica (salvo il rispetto della legge). Serve a vendere, punto. Poi però mi sono detto: e perché no? Perché la demagogia commerciale deve essere alibi per chi peggiora il mondo? Che accidenti di scuse sono “questo è quello che funziona, questo è ciò che vuole la gente, questo è il giornale che si vende, questo è il programma che fa il 20 di share”, per essere complici della catastrofe umana e civile che travolge l’Italia da anni?<br />(Perdonate la serietà del periodare: naturalmente dico questo con totale disincanto sul futuro e rallegrato dal sonno beato della mia bambina. Ma la situazione è questa).<br />Andando dietro a questi pensieri, si arriverebbe a concludere (Michele Serra, che interviene spesso intorno a questi temi, secondo me lo ha già fatto da un pezzo) che è la democrazia la radice di questo andamento inesorabile. Fino a che la democrazia era giovane e incompiuta, se ne mediavano le richieste con oligarchici interventi correttivi. Si provava a “fare cultura” in tv, si cercava di fare politiche illuminate e impopolari, si chiamava “missione” quella del giornalismo, eccetera. Poi la democrazia - e la sua forma mercato - hanno prevalso (in altri paesi, i limiti sono stati scritti più solidamente che da noi, e resistono meglio, ma a fatica): e ora si offre quello di cui c’è domanda prevalente, per farsi eleggere, per fare share, per vendere giornali. O anche semplicemente per farsi adulare e apprezzare, bassa demagogia, trionfo delle vanità immediate. Nessuno vuole essere ricordato più. Ammirato subito. Non so concludere, andando dietro a questi pensieri, che la democrazia sia la ragione del disastro: soprattutto perché senza la democrazia i disastri sarebbero peggiori. Ma mi sono fatto quest’idea.<br />Ecco cosa è cambiato, in Italia. Era una democrazia, è diventata rapidamente una demagogia. E andare dietro a questo cambiamento nella speranza di vincere le elezioni, per la sinistra è una follia. Intanto perché se si tratta di messaggi superficiali, demagogia e bisogni meschini c’è chi lo sa fare immensamente meglio, e senza quei residui scrupoli di alcuni di noi. E poi perché non è giusto. Non si fa. È sbagliato, se questi termini valgono ancora qualcosa per qualcuno. Ci sono le cose giuste e le cose sbagliate: e si fanno quelle giuste. Soprattutto - e non meno - quando tutti gli altri fanno quelle sbagliate.<br />Luca Sofri</div>Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-50736997536202614502008-07-08T09:37:00.003+02:002008-07-08T10:19:46.279+02:00Fallimenti e speranze<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLR08_ly_xq1QFaw0Jl04uBvZOlkrMQnNp6SaKEYBBFKfjiyC9f5s3_fxMvr-lxO6dbLeD-KUlMFpZjWfrfthHzKEMaFVQWcUaOqUWfsEzBz4wuIpauTvW560v88gElaU1iEQrvg/s1600-h/world_in_hand.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5220554940610026722" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLR08_ly_xq1QFaw0Jl04uBvZOlkrMQnNp6SaKEYBBFKfjiyC9f5s3_fxMvr-lxO6dbLeD-KUlMFpZjWfrfthHzKEMaFVQWcUaOqUWfsEzBz4wuIpauTvW560v88gElaU1iEQrvg/s320/world_in_hand.jpg" border="0" /></a><br /><div>Non so se rallegrarmi o no del quasi fallimento dell'ultimo G8 svoltosi a Tokyo.</div><br /><div>Alcuni gesti simbolici sono stati presi ma sostanzialmente si va avanti così cioè a casaccio.</div><br /><div>La globalizzazione senza regole ci darà a tutti il colpo di grazia o riuscirà a sfamare tutti gli abitanti del globo, come sostengono i puri e duri? Sempre meno numerosi in verità...</div><br /><div>E' vero, sono aumentati come numero i terrestri che assumono calorie sufficienti negli ultimi 30 anni ma è aumentata anche la percentuale di affamati, assetati, profughi a cause climatiche e di guerre. Il fatto è che siamo aumentati, punto. </div><br /><div>Dobbiamo convincerci che ogni cosa cosa che progetteremo, faremo, consumeremo, produrremo dovra essere compatibile, rinnovabile, sostenibile, circolare. Il globo non sopporterà a lungo sistemi produttivi espansivi, lineari, esponenziali. E' un principio della fisica ed è un concetto di semplice buon senso. </div><br /><div>Resto convinto che la tecnologia ci salverà. Tra non molto arriverà la rivoluzione solare che permetterà la creazione di idrogeno senza idrocarburi (sono già attivi progetti sperimentali). Può anche darsi che arrivi la fusione nucleare in piccole centrali che non producono scorie e speriamo che il "nucleare" classico, che molti vogliono a tutti i costi, sia almeno di quarta generazione (con una piccolissima produzione di scorie).</div><br /><div>Della politica non so che dire e pensare. Non vedo leader o volontà comuni che riescano a imporre al treno senza controllo della globalizzazione un minimo di percorso logico e utile a tutti i cittadini della terra. La politica sembra impotente perchè comprata letteralmente dall'economia globalizzata.</div><br /><div>Speriamo e vediamo cosa farà Obama che potrebbe, affiancato dall'Europa, ricucire rapporti utili con Cina e India per il bene di tutti. I tentativi di Bush fatti fino ad ora sono stati ridicoli e contraddittori.</div><br /><div>Speriamo bene ma meditiamo.... ..per il momento con questo pezzo interessante di Federico Rampini qui sotto.</div><br /><div>--------------------------</div><br /><div></div><br /><div><span style="font-size:180%;"><strong>L'agenda del fallimento</strong><br /></span>di FEDERICO RAMPINI</div><br /><div>Il G8, che allora era il Gruppo dei Sei, nacque a metà degli anni Settanta come risposta dei maggiori paesi industrializzati al primo choc petrolifero, l'embargo dell'Opec durante la guerra del Kippur. Più di trent'anni dopo questo embrione di governo globale si ritrova alla casella di partenza. E' di nuovo alle prese con una gravissima crisi energetica, che propaga il virus dell'inflazione su tutto il pianeta, senza aver fatto passi in avanti per ridurre la nostra dipendenza dagli idrocarburi. L'agenda dei temi che dominano questo vertice sull'isola di Hokkaido è la fotografia di un monumentale fallimento. La mancanza di una politica per il risparmio energetico e la diversificazione delle fonti ci presenta il conto. Negli Stati Uniti la General Motors è sull'orlo della bancarotta e la sua capitalizzazione di Borsa è stata superata da una catena di caffè (Starbucks). Il crollo dell'industria automobilistica nel Paese più motorizzato del mondo è uno dei segnali di collasso di uno stile di vita, di un modello di consumi insostenibile. American Airlines e United, le due più grandi compagnie aeree, stanno licenziando migliaia di dipendenti. Insieme con l'èra dei Suv tramonta anche il periodo in cui gli americani prendevano l'aereo come un autobus. Vengono al pettine i nodi del "ventennio sprecato": a partire dalla presidenza di George Bush padre, l'America ha rinunciato a essere il laboratorio di una nuova modernità, ha scartato le strade per creare ricchezza senza distruggere le risorse naturali del pianeta. I risparmi energetici che ci furono dopo lo choc degli anni Settanta, sono stati annullati dagli anni Novanta a oggi.<br />Ora, con il petrolio a 145 dollari a barile, George Bush è venuto a Toyako a sostenere due posizioni inconciliabili. Da una parte è contrario ad allargare in tempi rapidi il G8 per includervi Cina e India. D'altra parte lui stesso ammonisce che un'azione seria contro il cambiamento climatico è impossibile senza coinvolgere Cina e India, i nuovi giganti anche nell'emissione di Co2. Le potenze asiatiche reagiscono con fastidio. Con appena il 4% della popolazione mondiale gli Stati Uniti continuano a consumare un quarto di tutto il petrolio. A Pechino, la città con il più alto reddito pro capite della Repubblica Popolare, gli ingorghi automobilistici sono già una realtà quotidiana, e tuttavia ci sono solo 3,5 milioni di autovetture per 18 milioni di abitanti. Se avessimo noi questo tasso di motorizzazione privata, le nostre metropoli sarebbero delle grandi isole pedonali. Cina e India non accettano di essere additate come i "principali sospetti" per il terremoto inflazionistico che sconvolge i mercati di tutte le materie prime. Questa demonizzazione degli ultimi arrivati, Bush la esprime con la consueta brutalità, ma è entrata nel linguaggio comune di governi e opinioni pubbliche anche in Europa. L'aumento dei consumi asiatici - sicuramente una ragione di fondo dell'inflazione - è una causa "virtuosa" legata al progresso economico di quei Paesi. Tra le cause meno virtuose c'è l'inerzia dei Paesi maturi e post-industriali nel dirottare risorse verso nuovi modi di produrre e consumare. Un capolavoro di ipocrisia è andato in scena ieri a Toyako con l'Africa-Day: la decisione di aprire il G8 discutendo con i Paesi poveri la crisi alimentare di cui sono le vittime più vulnerabili. Molti Stati africani hanno classi dirigenti disastrose; non così ingenue però da non aver colto una singolare coincidenza: ci siamo improvvisamente ricordati di loro da quando sono attratti verso la sfera d'influenza del neo-impero cinese. Dal Sudan allo Zimbabwe, le dittature criminali che fanno notizia sono quelle che hanno stretto maggiori rapporti economici, politici e militari con Pechino. La lista di aguzzini dei popoli africani è un po' più lunga. Si parla meno di quelli che restano vassalli di Washington, Londra o Parigi. Quando i leader del G8 discutono i terribili effetti del caro-cibo, nella lista delle cause rispuntano regolarmente i "forsennati" aumenti dei consumi alimentari asiatici. Guai però a toccare i sussidi per il bioetanolo su cui Obama e McCain si giocano i voti dei farmers nel Midwest. E' sparita dall'orizzonte la famigerata politica agricola comunitaria, quasi che non esistesse più. Invece continua ad assorbire quasi metà dell'intero bilancio dell'Unione europea. La Pac resta una politica protezionista con forti effetti distorsivi sui mercati mondiali e i flussi di approvvigionamento. E' stata storicamente un ostacolo al decollo economico africano; una barriera contro l'accesso dei produttori più poveri ai consumatori europei. "L'uomo della rottura", Nicolas Sarkozy, appena divenuto presidente ha difeso lo status quo agricolo, una rendita di cui la Francia è la principale beneficiaria. Non è solo Mugabe ad accogliere le prediche europee sui diritti umani con sarcasmo. Altra caratteristica di questo G8 è l'assenza di un padrone di casa. Il governo giapponese è un fantasma. Eppure il Giappone resta una grande potenza tecnologica, all'avanguardia nel risparmio energetico: è il Paese che consuma meno petrolio in proporzione al suo Pil. Non a caso è l'invasione della Toyota Prius ibrida in California ad aver segnato la fine dello Hummer (il blindato da combattimento con cui le mamme di Beverly Hills accompagnavano i bimbi a scuola). Per capire le radici della carenza di leadership nipponica basta osservare che a Toyako i nostri cellulari non funzionano. Il Giappone è l'unico Paese, con la Corea del Nord e la Birmania, dove è inutile portarsi un telefonino europeo, americano o cinese. Rimane pervicacemente protezionista, mantiene mille barriere invisibili contro gli investimenti stranieri, cioè contro la concorrenza. Nell'attuale crisi di consenso verso la globalizzazione, la lezione del Sol levante è chiara: quindici anni di depressione economica sono il bilancio di una mentalità da fortezza insulare</div><br /><div>Federico Rampini</div>Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-72402374767030793612008-07-01T10:08:00.002+02:002008-07-01T10:30:33.688+02:00E TRE!!!!!!<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNUTpH41gRs09cc0GYjOiBYidtN2UV2qrg8A9CzE1jvYP1Y7zPL_JTXCdImUoJm3zKTAgjNU-GnpI6RONk03xhCxhG9hx5XST2wgC8pejMO3DdSXHQAGum0_uoIzwB7Oua3VZFrQ/s1600-h/giornali.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5217960148760719682" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNUTpH41gRs09cc0GYjOiBYidtN2UV2qrg8A9CzE1jvYP1Y7zPL_JTXCdImUoJm3zKTAgjNU-GnpI6RONk03xhCxhG9hx5XST2wgC8pejMO3DdSXHQAGum0_uoIzwB7Oua3VZFrQ/s320/giornali.jpg" border="0" /></a><br /><div>L'immagine che l'Italia ha nel mondo non può prescindere dall'immagine della sua classe dirigente. Qui sotto ci sono tre considerazioni di tre testate giornalistiche non italiane che ci fotografano per quello che mostriamo al mondo. Sicuramente sono comuniste come tutti i blogger che sparlano dello zio (nonno). </div><br /><div>La mia considerazione è: o siamo tutti sotto un'incantesimo che prima o poi finirà, oppure siamo veramente così e lo zio ci rappresenta perfettamente, come Alberto Sordi ci rappresentava perfettamente nei suoi personaggi cinematografici.</div><br /><div></div><br /><div>Ps. Io non ho mai votato comunista e neppure PD ma forse allo zio non frega nulla lo stesso: sono comunisti tutti quelli che non fanno il tifo per lui.</div><br /><div>---------------------------------------</div><br /><div>«Berlusconi ha dato prova di istinti fondamentalmente non democratici, a cominciare dalla draconiana schedatura dei bambini rom e dalla dichiarazione di guerra alla magistratura e a quei settori del giornalismo che gli vogliono chieder conto. Le nazioni hanno i leader che si meritano ma di sicuro l’Italia e l’Europa si meriterebbero qualcosa di meglio»</div><br /><div><strong>Independent on Sunday, 29 giugno</strong></div><br /><div><strong></strong></div><br /><div>«Guardare il nuovo governo di Berlusconi in azione è come sedersi a rivedere un brutto film. E le ultime azioni già lasciano prevedere un altro horror show. Una volta di più il premier 71enne impiega gran parte della sua energia politica a proteggersi dalle pubbliche procure d’Italia. Berlusconi ieri ha detto che la magistratura lo ha sottoposto a un “calvario senza fine”. Ma l’unico calvario di questa storia è quello che sta sopportando l’Italia»</div><br /><div><strong>Financial Times, editoriale del 26 giugno, titolo: «Oh no, not again» (No, non un’altra volta), sottotitolo: «Di nuovo Berlusconi pensa a se stesso e non all’Italia»</strong></div><br /><div><strong></strong></div><br /><div>«Nessuna novità con il nuovo Berlusconi, si comporta come sempre. Fa politica come se fosse il presidente del consiglio di amministrazione di un’azienda. Ascolta i membri del consiglio, ma fa e disfa a suo piacimento. E a suo beneficio, che è grave. È tornato al potere per la terza volta in 15 anni con gli stessi pregiudizi e la stessa sfiducia verso la magistratura che, sostiene, è in mano alle toghe di sinistra impegnate a rovinargli la carriera»</div><br /><div><strong>El Paìs, 18 giugno</strong></div><br /><div><strong></strong></div>Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-10071889495021013142008-06-27T17:30:00.006+02:002008-06-27T22:47:39.767+02:00Manitù nuovo profeta? Ci penserà lo zio...<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3faGCJAxKhmyjeFiQnU4MkiG0hgPgOMLbkOyauW3wifsXquSw19h4B2cOxbkytdyz8GbUIsmgzjlucU5r8ZINi8paW_bvuRZko0Duvy_GXLV7fxqXS0unwk52i940DHL7pAEoBg/s1600-h/Big%20Manitu%20box.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5216586338204079250" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj3faGCJAxKhmyjeFiQnU4MkiG0hgPgOMLbkOyauW3wifsXquSw19h4B2cOxbkytdyz8GbUIsmgzjlucU5r8ZINi8paW_bvuRZko0Duvy_GXLV7fxqXS0unwk52i940DHL7pAEoBg/s320/Big%2520Manitu%2520box.jpg" border="0" /></a><br /><div>In qesto pezzo Michele Serra supera se stesso. Un gioiellino esilarante da ricordare a lungo.Godetevelo</div><br /><div>----------------------------</div><br /><div>Scandalizzato dal rifiuto del Papa di dargli la comunione, Berlusconi ha organizzato un Eucharistic Party in Costa Smeralda. E da vero liberale, vuole avere libero accesso a tutte le religioni<br /></div><br /><div>Per aggirare il rifiuto papale di dare la comunione anche ai divorziati, Berlusconi ha organizzato in Costa Smeralda un Eucharistic Party di riparazione: un gigantesco banchetto a base di ostie per soli divorziati, mantenute, bigami e bigame, gigolò, puttanieri, baldracche d'alto bordo e giocatori di poker. Il menù prevedeva ostia alle ostriche, tagliolini con ostie, ribollita di ostie, involtini d'ostia con salsiccia e, per concludere, un'eccellente millefoglie di ostie. "D'ora in poi", ha detto il premier che per l'occasione indossava, al posto del panama, una tiara, "farò da me. È semplicemente ver-go-gno-so che il clero comunista voglia influenzare la mia azione di governo". A chi gli faceva osservare che non c'entra un cazzo, Berlusconi ha risposto ridendo che è vero, ma non gliene frega niente. Ha poi illustrato ai suoi ospiti, deliziati e ubriachi per gli abbondanti brindisi con vino consacrato, il suo programma di riforma delle religioni mondiali: un vero liberale, ha detto, deve potere avere libero accesso a tutte le religioni, indistintamente, senza dover sottostare a odiose restrizioni.</div><div>Islam: Berlusconi, oltre che cattolico, si considera anche un buon musulmano, pur continuando a coltivare la sua passione per le braciole di porco. In segno di buona volontà, alle due mogli attuali conta di aggiungerne almeno un'altra dozzina, legalizzando alcune delle sue relazioni con meteorine, veline, attricette, starlette, trapeziste, danzatrici del ventre e contorsioniste cinesi. Ha poi deciso di erigere nel parco della sua villa sarda un enorme minareto dal quale, al tramonto, intonerà una preghiera a caso, "tanto è lo stesso, l'importante è avere una bella voce".</div><div>Induismo: una trentina di vacche sacre, emaciate in pochi giorni grazie alla chirurgia plastica, pascolerà liberamente ad Arcore, salutate ogni mattina da un insolito Berlusconi in perizoma. Le abluzioni nel Gange saranno sostituite da un'immersione nel Lambro in compagnia dei fedelissimi, indossando un apposito scafandro sigillato per proteggersi dai liquami fetidi. Le body-guard terranno lontane, a revolverate, le pericolosissime anatre mutagene che popolano quel fiume: grosse come tacchini e aggressive come rottweiler.<br /><a href="http://oas.repubblica.it/5c/lescienze.it/sc/interna/1835898770/Middle/OasDefault/Googl_Adword_NwST_SqIns_160608/google_180x150_generale.gif/35336433323533363438316437373030" target="_blank"></a>Protestantesimo: gospel, spiritualità intensa e sermoni infocati per il Berlusconi protestante rinato, che aprirà una apposita holding, denominata semplicemente La Chiesa di Silvio, destinata a raccogliere fondi per i membri indigenti della Confindustria. Al nuovo premier protestante sarebbe molto piaciuto affiggere solennemente le sue Tesi contro Roma, con chiodi e martello, sul portone del Duomo di Arcore, ma essendo di alluminio dovrà ricorrere al nastro adesivo. Nelle prediche già preparate dai suoi ghost-writer, previsti severi inviti alla moralità sessuale, però seguiti da barzellette sulla gnocca per non scoraggiare troppo i fedeli.</div><div>Ebraismo: Berlusconi ha commissionato a Dell'Utri uno studio che dimostra la sua discendenza diretta da Manitù. Quando gli è stato fatto osservare che non era Manitù, ma Mosé, era troppo tardi per rimandare la cerimonia di consegna del suo Master in ebraismo, e dunque, esercitando forti pressioni politiche e versando qualche milione di euro a un paio di rabbini accomodanti, Berlusconi ha ottenuto che Manitù fosse inserito tra i Profeti.</div><div><strong><span style="color:#ffff33;">Buddismo: moderazione, spirito contemplativo, esercizio del dubbio, senso del limite, sopportazione degli altri, umile accettazione della morte: questi i fondamenti del buddismo spiegati a Berlusconi da un gruppo di monaci tibetani affittati per un pomeriggio. Dopo averli congedati con una barzelletta sulla gnocca, Berlusconi ha depennato il buddismo dalle religioni di suo interesse.</span></strong></div><div>Scintoismo: Berlusconi mangia spesso il sushi, anche se usando apposite bacchette munite di denti come le forchette, e da ragazzo ha avuto una Kawasaki. Dunque ritiene chiuso anche questo discorso: è un ottimo scintoista.</div><br /><div>Michele Serra</div>Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-18259010465491466732008-06-27T10:40:00.001+02:002008-06-27T10:40:22.017+02:00Idee come scialuppe di salvataggio...<div xmlns='http://www.w3.org/1999/xhtml'><p><object height='350' width='425'><param value='http://youtube.com/v/BcCMOMPAqF8' name='movie'/><embed height='350' width='425' type='application/x-shockwave-flash' src='http://youtube.com/v/BcCMOMPAqF8'/></object></p><p>Idee ottime e di buon senso quindi off-limits per i politici.<br />Credo che se non penseremo da soli ad organizzarci qualche scialuppa di salvataggio affonderemo tutti col Titanic del "libero mercato" e della globalizzazione non controllata.<br />Cercate almeno un salvagente.....</p></div>Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-68467264415517971072008-06-17T09:46:00.003+02:002008-06-17T13:57:52.271+02:00Come volevasi dimostrare....<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhotoozy4e50PROXmfLZwryWGQGINTvfr6s8tzGvqPS0ck-pdifXWRoxOOxeJYZNYhVr4OcLX-pO80QD5jOAYZJcWvvVGoEWQc937R99TS2RpR63-0cvYZ7sYf3fzaADRX_4DQgvQ/s1600-h/vauro2004_07_14.JPG"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5212760309621409250" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhotoozy4e50PROXmfLZwryWGQGINTvfr6s8tzGvqPS0ck-pdifXWRoxOOxeJYZNYhVr4OcLX-pO80QD5jOAYZJcWvvVGoEWQc937R99TS2RpR63-0cvYZ7sYf3fzaADRX_4DQgvQ/s320/vauro2004_07_14.JPG" border="0" /></a><br /><div>Ci risiamo, lo zio (o nonno..) Silvio ci riprova e sfornerà presto leggi e cavilli che col pretesto di risolvere i veri problemi degli italiani, (vedi le intercettazioni che notorialmente assillano ogni italiano, ah ah ah), serviranno solo a lui e i suoi compari per continuare a fare indisturbato quello che ha sempre fatto magistralmente: gli affari suoi.</div><br /><div>Probabilmene ora, assisteremo a qualche risveglio tardivo di molti inguaribili ottimisti che fingeranno di cadere dalle nuvole e con stupore ci diranno che "c'era d' aspettarselo."</div><br /><div>Il primo è Ezio Mauro che oggi si riprende dal coma della ragione e ci regala questo pregevole pezzo qui sotto che forse, doveva essere anticipato a prima delle elezioni vista l'ossessiva serialità del soggetto.</div><br /><div>Le cose che sostiene nell'articolo, alcune Cassandre come Marco Travaglio e ridicolizzati politici come Di Pietro lo urlano da tempo e sempre più italiani seri noteranno questo fatto oggettivo. </div><div>Traendone le conseguenze, spero....<br /></div><div>---------------------------------------</div><br /><div>Il vero volto del Cavaliere<br />di EZIO MAURO<br />NEL mezzo della luna di miele che la maggioranza degli italiani credeva di vivere con il nuovo governo, la vera natura del berlusconismo emerge prepotente, uguale a se stessa, dominata da uno stato personale di necessità e da un'emergenza privata che spazzano via in un pomeriggio ogni camuffamento istituzionale e ogni travestimento da uomo di Stato del Cavaliere. No. Berlusconi resta Berlusconi, pronto a deformare lo Stato di diritto per salvaguardia personale, a limitare la libertà di stampa per sfuggire alla pubblicazione di dialoghi telefonici imbarazzanti, a colpire il diritto dell'opinione pubblica a essere informata sulle grandi inchieste e sui reati commessi, pur di fermare le indagini della magistratura. La Repubblica vive un'altra grave umiliazione, con le leggi ad personam che ritornano, il governo del Paese ridotto a scudo privato del premier, la maggioranza parlamentare trasformata in avvocato difensore di un cittadino indagato che vuole sfuggire al suo legittimo giudice, deformando le norme. In un solo giorno - dopo la strategia del sorriso, il dialogo, l'ambizione del Quirinale - Silvio Berlusconi ha chiamato a raccolta i suoi uomini per operare una doppia azione di sfondamento alla normalità democratica del nostro sistema costituzionale. Sotto attacco, la libertà di informazione da un lato, e l'obbligatorietà dell'azione penale dall'altro. Per la prima volta nella storia repubblicana, il governo e la sua maggioranza entrano nel campo dell'azione penale per stravolgerne le regole e stabilire una gerarchia tra i reati da perseguire. Uno stravolgimento formale delle norme sulla fissazione dei ruoli d'udienza, che tuttavia si traduce in un'alterazione sostanziale del principio di obbligatorietà dell'azione penale. Principio istituito a garanzia dell'effettiva imparzialità dei magistrati e dell'uguaglianza dei cittadini. La nuova norma berlusconiana (presentata come un emendamento al decreto-sicurezza, firmato direttamente dai Presidenti della I e II commissione di Palazzo Madama) obbliga i giudici a dare "precedenza assoluta" ai procedimenti relativi ad alcuni reati, ma questa precedenza serve soprattutto a mascherare il vero obiettivo dell'intervento: la sospensione "immediata e per la durata di un anno" di tutti i processi penali relativi ai fatti commessi fino al 31 dicembre 2001 che si trovino "in uno stato compreso tra la fissazione dell'udienza preliminare e la chiusura del dibattimento di primo grado".<br />È esattamente la situazione in cui si trova Silvio Berlusconi nel processo in corso davanti al Tribunale di Milano per corruzione in atti giudiziari: con l'accusa di aver spinto l'avvocato londinese Mills a dichiarare il falso sui fondi neri della galassia Fininvest all'estero. Quel processo è arrivato al passo finale, mancano due udienze alla sentenza. Si capisce la fretta, il conflitto d'interessi, l'urgenza privata, l'emergenza nazionale che ne deriva, la vergogna di una nuova legge ad personam. Bisogna ad ogni costo bloccare quei giudici, anche se operano "in nome del popolo italiano", anche se il caso non riguarda affatto la politica, anche se il discredito internazionale sarà massimo. Bisogna con ogni mezzo evitare quella sentenza, guadagnare un anno, per dar tempo all'avvocato Ghedini (difensore privato del Cavaliere e vero Guardasigilli-ombra del suo governo) di ripresentare quel lodo Schifani che rende il premier non punibile, e che la Consulta ha già giudicato incostituzionale, perché viola l'uguaglianza dei cittadini: un peccato mortale, in democrazia, qualcosa che un leader politico non dovrebbe nemmeno permettersi di pensare, e che invece in Italia verrà presentato in Parlamento per la seconda volta in pochi anni, a tutela della stessa persona, dalla stessa moderna destra che gli italiani hanno scelto per governare il Paese. Con ogni evidenza, per l'uomo che guida il governo non è sufficiente vincere le elezioni, e nemmeno stravincerle: non gli basta avere una grande maggioranza alle Camere, parlamentari tutti scelti di persona e imposti agli elettori, una forte legittimazione popolare, mano libera nel dispiegare legittimamente la sua politica. No. Ancora una volta a Berlusconi serve qualcosa di illegittimo, che trasformi la politica in puro strumento di potere, il Parlamento in dotazione personale, le istituzioni in materia deformabile, come le leggi, come i poteri della magistratura. È una coazione a ripetere, rivelatrice di una cultura politica spaventata, di una leadership fuggiasca anche quando è sul trono, di un sentimento istituzionale che abita la Repubblica da estraneo, come se fosse un usurpatore, e non riesce a farsi Stato, vivendo il suo stesso trionfo come abusivo. Col risultato di vedere il Capo dell'esecutivo chiedere aiuto al potere legislativo per bloccare il giudiziario. Qualcosa a cui l'Occidente non è abituato, un abuso di potere che soltanto in Italia non scandalizza, e che soltanto l'establishment italiano può accettare banalizzandolo, per la nota e redditizia complicità dei dominati con l'ordine dominante, che è a fondamento di ogni autoritarismo popolare e di ogni democrazia demagogica, come ci avviamo purtroppo a diventare. Questo uso esclusivo delle istituzioni e della norma, porta fatalmente il Premier ad un conflitto con il Capo dello Stato, garante della Costituzione. Napolitano era già intervenuto, nelle forme proprie del suo ruolo, contro il tentativo di introdurre la norma anti-prostitute nel decreto sicurezza, spiegando che non si vedeva una ragione d'urgenza. Poi aveva preso posizione per la stessa ragione contro l'ingresso nel decreto della norma che porta i soldati in strada a svolgere compiti di polizia. Oggi si trova di fronte un emendamento che addirittura sospende per un anno i processi penali e ordina ai magistrati come devono muoversi di fronte ai reati, una norma straordinaria inserita come "correzione" in un decreto che parla di tutt'altro. Che c'entra la sospensione dei processi con la sicurezza? Qual è il carattere di urgenza, davanti ai cittadini? L'unica urgenza - come l'unica sicurezza - è quella privatissima e inconfessabile del premier. Una stortura che diventa un abuso, e anche una sfida al Capo dello Stato, che non potrà accettarla. Come non può accettarla il Partito Democratico, che ieri con Veltroni ha accolto la proposta di Scalfari: il dialogo sulle riforme non può continuare davanti a questi "strappi" della destra, perché non si può parlare di regole con chi le calpesta. Nello stesso momento, mentre blocca i magistrati e ferma il suo processo, Berlusconi interviene anche sulla libertà di cronaca. Il disegno di legge sulle intercettazioni presentato ieri dal governo, infatti, non impedisce solo la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche, con pene fino a 3 anni (e sospensione dalla professione) per il cronista autore dell'articolo e fino a 400 mila euro per l'editore. Le nuove norme vietano all'articolo 2 la pubblicazione "anche parziale o per riassunto" degli atti delle indagini preliminari "anche se non sussiste più il segreto", fino all'inizio del dibattimento. Questo significa il silenzio su qualsiasi notizia di inchiesta giudiziaria, arresto, interrogatorio, dichiarazione di parte offesa, argomenti delle difese, conclusioni delle indagini preliminari, richiesta di rinvio a giudizio. Tutto l'iter investigativo e istruttorio che precede l'ordinanza del giudice dell'udienza preliminare è ora coperto dal silenzio, anche se è un iter che nella lentezza giudiziaria italiana può durare quattro-sei anni, in qualche caso dieci. In questo spazio muto e segreto, c'è ora l'obbligo (articolo 12) di "informare l'autorità ecclesiastica" quando l'indagato è un religioso cattolico, mentre se è un Vescovo si informerà direttamente il Cardinale Segretario di Stato del Vaticano, con un inedito privilegio per il Capo del governo di uno Stato straniero, e per i cittadini-sacerdoti, più cittadini degli altri. Se il diritto di cronaca è mutilato, il diritto del cittadino a sapere e a conoscere è fortemente limitato. Con questa norma, non avremmo saputo niente dello spionaggio Telecom, del sequestro di Abu Omar, della scalata all'Antonveneta, della scalata Unipol alla Bnl, del default Parmalat, della vicenda Moggi, della subalternità di Saccà a Berlusconi, dei "pizzini" di Provenzano, della disinformazione organizzata da Pollari e Pompa, e infine degli orrori della clinica Santa Rita di Milano. Ma non c'è solo l'ossessione privata di Berlusconi contro i magistrati e i giornalisti (alcuni). C'è anche il tentativo scientifico di impedire la formazione di quel soggetto cruciale di ogni moderna democrazia che è la pubblica opinione, un'opinione consapevole proprio in quanto informata, e influente perché organizzata come attore cosciente della moderna agorà. No alla pubblica opinione (che non sappia, che non conosca) a favore di opinioni private, meglio se disorientate e spaventate, chiuse in orizzonti biografici e in paure separate, convinte che non esista più un'azione pubblica efficace, una risposta collettiva a problemi individuali. A questo insieme di individui - di cui certo fanno parte anche gli sconfitti della globalizzazione, la nuova plebe della modernità - il populismo berlusconiano chiede solo una vibrazione di consenso, un'adesione a politiche simboliche, una partecipazione di stati d'animo, che si risolve nella delega. La cifra che lega il tutto è l'emergenza, intesa come orizzonte delle paure e fine del conformismo, del politicamente corretto, delle regole e degli equilibri istituzionali. Conta decidere (non importa come), agire (non conta con che efficacia), trasformare l'eccezione in norma. Il governo, a ben guardare, non sta militarizzando le strade o le discariche, ma le sue decisioni e la sua politica. Meglio, sta militarizzando il senso comune degli italiani, forzandolo in un contesto emergenziale continuo, con l'esecutivo trasformato per conseguenza da organo ordinario in straordinario, che opera in uno stato d'eccezione perenne. Così Silvio Berlusconi può permettersi di venire allo scoperto in serata, scrivendo in una lettera a Schifani che la norma blocca-processi "è a favore di tutta la collettività", anche se si applica "a uno tra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica". È il preannuncio di una ricusazione, in una giornata come questa, vergognosa per la democrazia, con il premier imputato che rifiuta il suo giudice mentre ne blocca l'azione. A dimostrazione che Berlusconi è pronto a tutto. Dovremmo prepararci al peggio: se non fosse che il peggio, probabilmente, lo stiamo già vivendo. </div><br /><div>Ezio Mauro</div>Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-87991258151096849162008-05-28T11:04:00.004+02:002008-05-30T17:37:02.500+02:00DUE notizie solariiiiiiiiiiiii.....<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi745rqU58w4XDeB153KufRGy4ZM6g1LJJulrb8jyF9s700wrvPvmiyvr23JeW1s7MpHaz0IEY_Rt0qiGOFRS4V3mKvtf0ca9ZZZNV8i47w7GTUpCNotM6wkiBFkDXFEXZMTQDwFw/s1600-h/ibm-lente-fotovoltaico.jpg"><img id="BLOGGER_PHOTO_ID_5205354796971098114" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; CURSOR: hand" alt="" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi745rqU58w4XDeB153KufRGy4ZM6g1LJJulrb8jyF9s700wrvPvmiyvr23JeW1s7MpHaz0IEY_Rt0qiGOFRS4V3mKvtf0ca9ZZZNV8i47w7GTUpCNotM6wkiBFkDXFEXZMTQDwFw/s320/ibm-lente-fotovoltaico.jpg" border="0" /></a><br />Pensate che risultati ci sarebbero se la ricerca sui temi caldi dell'umanità come energia, malattie, disinquinamento, agricoltura e acquacultura sostenibile, fosse finanziata con le stesse cifre che si investono in armamenti. Non solo armi ma anche ricerca su pannolini, assorbenti, marketing e paccottaglia del genere sono foraggiate ignobilmente dalle poche multinazionali globali che investono senza ritegno alcuno tranne il proprio profitto.<br />Sono utopista vero? E' probabile ma a voi non viene mai qualche piccolo dubbio?<br />________________________<br /><br />IBM ha annunciato un risultato rivoluzionario nella ricerca sulla tecnologia fotovoltaica per i “parchi solari”, in grado di ridurre significativamente il costo dello sfruttamento dell’energia solare per produrre elettricità.<br /><br />Imitando i giochi dei bambini che utilizzano una lente d'ingrandimento per bruciare una foglia o la tecnica che talvolta usano i campeggiatori per accendere il fuoco, gli scienziati IBM hanno usato una grande lente per concentrare l’energia solare, catturando circa 230 watt, il valore più alto raggiunto in uno spazio così piccolo: una cella solare di un centimetro quadrato. Tale energia viene poi convertita in 70 watt di energia elettrica utilizzabile, circa cinque volte l'energia catturata dalle celle tipicamente impiegate nei parchi solari, che si affidano a concentratori fotovoltaici, o CPV. È la maggiore quantità di energia disponibile da una cella così piccola.<br /><br />Se riuscirà a superare le sfide per trasferire il progetto dal laboratorio alla fabbrica, IBM ritiene che potrà ridurre significativamente il costo di un tipico parco solare basato su CPV. Grazie all’uso di un numero molto ridotto di celle fotovoltaiche in un parco solare e alla concentrazione di una maggiore quantità di luce su ciascuna cella con lenti più grandi, il sistema IBM consente un vantaggio significativo in termini di costi, con un minor numero di componenti totali e nuove opportunità di produzione.<br /><br />Ad esempio, passando da un sistema a 200 sun (un “sun” è un’unità di misura dell’energia catturata a mezzogiorno in una limpida giornata estiva), dove si concentrano sulla cella circa 20 watt di potenza, a 2.000 sun, dove sul sistema della cella si concentrano 200 watt, il sistema IBM riduce il numero di celle fotovoltaiche e degli altri componenti di un fattore pari a 10.<br /><br />Il trucco sta nella capacità di IBM di raffreddare la minuscola cella solare. Concentrare l’equivalente di 2.000 sun su una superficie così piccola genera calore sufficiente a fondere l’acciaio inossidabile, un aspetto che i ricercatori hanno verificato direttamente nei loro esperimenti. Ma facendo leva sulle competenze maturate nel raffreddamento dei chip per computer, il team è riuscito a raffreddare la cella solare da oltre 1.600 gradi Celsius ad appena 85 gradi Celsius.<br /><br />I risultati iniziali di questo progetto sono stati presentati alla 33a conferenza degli IEEE Photovoltaic Specialists, dove i ricercatori IBM hanno illustrato in dettaglio come la loro interfaccia di raffreddamento a metallo liquido è in grado di trasferire il calore dalla cella solare a una piastra di raffreddamento in rame, con un’efficienza ineguagliata da qualsiasi altra tecnologia disponibile attualmente.<br /><br />Il team di ricerca IBM ha sviluppato un sistema che ha conseguito risultati rivoluzionari accoppiando una cella solare commerciale a un sistema di raffreddamento a metallo liquido IBM, che utilizza metodi sviluppati per il settore dei microprocessori.<br /><br />Nello specifico, il team IBM ha utilizzato uno strato molto sottile di metallo liquido, fatto da un composto di gallio e indio, che è stato poi applicato tra il chip e il blocco di raffreddamento. Tali strati, denominati strati di interfaccia termica, trasferiscono il calore dal chip al blocco di raffreddamento, in modo tale da mantenere bassa la temperatura del chip. La soluzione a metallo liquido IBM offre la migliore prestazione termica attualmente disponibile, e la tecnologia è stata sviluppata per raffreddare i chip per computer ad alta potenza.<br /><br />Concludiamo con il dire che IBM sta esplorando quattro aree principali della ricerca fotovoltaica:<br />l’uso delle tecnologie attuali per sviluppare celle solari di silicio più economiche ed efficienti,<br />lo sviluppo di nuovi dispositivi fotovoltaici a film sottile prodotti in soluzione (anziché nel vuoto),<br />concentratori fotovoltaici<br />e architetture fotovoltaiche della generazione futura basate su nanostrutture, quali punti quantici di semiconduttori e nanoconduttori.<br />Link: IBM Green<br />------------------------------------<br /><br />SCOPERTA della Technische Universiteit di Delft, IN OLANDA<br />Energia solare moltiplicata per tre<br /><blockquote><p><span style="color:#ff0000;">Coi «nanoconduttori» anziché ottenere un solo elettrone da ogni fotone è possibile averne tre</span></p><p>AMSTERDAM (OLANDA) - Un team di ricercatori dell’Università di Tecnologia di Delft (Olanda) e della Foundation for Fundamental Research on Matter hanno utilizzato nanocristalli come semiconduttori, approdando a una significativa scoperta: la capacità di produzione di energia delle celle solari con l’uso di questi semiconduttori viene triplicata. Gli studiosi hanno ribattezzato il processo di moltiplicazione «effetto valanga».<br /><br />LO STUDIO - Lo studio verrà pubblicato sulla rivista Nano Letter e subito dopo inizieranno le prime sperimentazioni. L’effetto valanga era già stato individuato in passato e nel 2004 uno studio dei ricercatori del National Laboratories di Los Alamos, in Nuovo Messico, ipotizzava che il miglioramento nelle prestazioni di un impianto per l'energia solare, grazie ai nanocristalli, potesse essere ben maggiore. Ora viene finalmente dimostrata la validità dell’effetto moltiplicatore di questo materiale, anche se si tratta di un’incidenza inferiore a quella ipotizzata.<br /><br />L’ENERGIA SOLARE - Pannelli costosissimi per produrre relativamente poca energia: questo è uno dei mali dell’energia solare, ritornata più che mai in auge in tempi di crisi energetica. In Italia si annuncia la riapertura delle centrali nucleari, Veronesi e Rubbia dibattono sulla quarta generazione dell’energia all’uranio, sulla sua validità e sulle alternative esistenti, mentre ancora una volta ci si chiede perché, in un Paese come l’Italia, l’energia pulita e poderosa che ci regala il Sole non venga sfruttata a dovere. Dall’Olanda potrebbe arrivare una piccola rivoluzione.<br /><br />Emanuela Di Pasqua<br /></p></blockquote>Massimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-40503615889936962652008-05-28T10:05:00.003+02:002008-05-28T10:17:01.865+02:00Avete una terapia per il delirio collettivo?<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitYA7j1VIZMkzT5L78ZCNinyKUOBQgaBM50gGbJHFmmr0g3IaXwm7feqjTiTG3DUY8_uf4UMpcszJsHTVzPAVWG45hpmHiAObxM0MA8T1ckm9inAD5bOKrazZNnkERCKb4MsqejQ/s1600-h/foto%2520delirio%252001.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitYA7j1VIZMkzT5L78ZCNinyKUOBQgaBM50gGbJHFmmr0g3IaXwm7feqjTiTG3DUY8_uf4UMpcszJsHTVzPAVWG45hpmHiAObxM0MA8T1ckm9inAD5bOKrazZNnkERCKb4MsqejQ/s320/foto%2520delirio%252001.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5205339704456019954" /></a><br /><br /><br />Delirio. Il ponte sullo stretto di Messina. Delirio. Le centrali nucleari. Delirio. L’esercito in Campania. Delirio. I nuovi inceneritori. Delirio. I condannati in Parlamento. Delirio. Il 95% dei reati impuniti grazie alle leggi ad personam. Delirio. Testa d’Asfalto presidente del Consiglio grazie alle concessioni televisive di Craxi. Delirio. La legge elettorale porcata. Delirio. Le elezioni politiche incostituzionali. Delirio. La volontà popolare ignorata con la cancellazione dei referendum sulla legge elettorale, sul finanziamento pubblico ai partiti e sul NO al nucleare. Delirio. L’Italia senza libera informazione, tra il Botswana e l’Iraq. Delirio. Campania, Calabria e Sicilia in mano alle mafie. Delirio. I roghi contro i campi Rom. Delirio. Bassolino e Iervolino non si dimettono. Delirio. Topo Gigio non li licenzia. Delirio. Ignorata la sentenza della Corte di Giustizia Europea contro la legge Gasparri. Delirio. Rete 4 ci costa 350.000 euro di multa ogni giorno dal primo gennaio 2006. Delirio. Amanti, segretarie, avvocati di fiducia, portavoce e tirapiedi sono senatori e deputati. Delirio. E’ assente solo il cavallo di Caligola. Delirio. L’allargamento delle basi americane in Italia. Delirio. Andreotti prescritto per mafia e senatore a vita. Delirio. I miliardi di euro della Comunità Europea scomparsi per magia in Campania. Delirio. La moratoria per gli ingressi dalla Romania applicata in quasi tutta Europa dal primo gennaio 2007, ma non in Italia. Delirio. 22.000 imprese italiane in Romania con i finanziamenti della Comunità Europea (le nostre tasse) e la disoccupazione in Italia. Delirio. Il prezzo del petrolio sale, le bollette e la benzina aumentano, ma ENEL e ENI fanno più utili. Delirio. Geronzi, plurinquisito, capo di Mediobanca. Delirio. Scaroni, condannato, capo dell’ENI. Delirio. Sei milioni di precari. Delirio. Lo sviluppo più basso e i costi dello Stato più alti d’Europa. Delirio. 350.000 firme per un Parlamento Pulito abbandonate nella cantina del Senato. Delirio. 1.636 miliardi di euro di debito pubblico e 70 miliardi di interesse ogni anno, pari a tre finanziarie. Delirio. Emma Marcegaglia esperta di energia nucleare e Rubbia in Spagna. Delirio.<br />Il Paese è entrato in un nuovo stato: il delirio. “Uno stato di alterazione e confusione mentale, con agitazione motoria e allucinazioni, dovuto a accessi febbrili acuti e malattie mentali” (Il Nuovo Zingarelli).<br />L’Italia ha avuto la febbre per troppo tempo, adesso è seguito il delirio. Delirio vuol dire uscire dal solco. Noi abbiamo deragliato. La nave è in mano al cuoco di bordo e il capitano è profondamente addormentato sotto coperta.<br />Beppe GrilloMassimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-13891603.post-34928357516716511812008-05-07T22:56:00.002+02:002008-05-07T23:22:52.592+02:00Aspettando il diluvio...che fare?<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEK69qcyrsJ64pg0TDKK0uYrXs9RQZZ2uBpif7OFZtQzeNwYlpG1WS3Daid5Yol9Z4XcWnneilqkoLbtIJKfkTsb_UulS52OoHt0tTxu65YjmymXVUbb7tWHDakQUh6zseJBGDsw/s1600-h/pioggia.jpg"><img style="float:left; margin:0 10px 10px 0;cursor:pointer; cursor:hand;" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEK69qcyrsJ64pg0TDKK0uYrXs9RQZZ2uBpif7OFZtQzeNwYlpG1WS3Daid5Yol9Z4XcWnneilqkoLbtIJKfkTsb_UulS52OoHt0tTxu65YjmymXVUbb7tWHDakQUh6zseJBGDsw/s320/pioggia.jpg" border="0" alt=""id="BLOGGER_PHOTO_ID_5197749356596258674" /></a><br />Che fare ora è una bella domanda.<br />Travaglio qui sotto suggerisce delle idee niente male che sottoscrivo pienamente.<br />Per quanto mi riguarda aspettando che diluvi penserò di più agli affari miei, infischiandomi di tutto il resto in perfetta sintonia con lo spirito suggerito con il voto dei miei connazionali. Ho spento poi definitivamente la tv già ridimensionata da tempo. Sto valutando di non pagare più il canone Rai.<br />Insomma mi preparo all'assedio con calma e senza stress.<br />L'unica punta di invidia insopprimibile sarà verso i cittadini spagnoli, francesi, tedeschi, ecc ecc. Buon diluvio universale a tuttiiiiiiiiii<br />________________________________________<br />Che fare?<br />da Micromega 3/2008<br /><br />Anzitutto trasformare in migliaia di mega-poster la foto del Politburo del Pd che circondava Walter Veltroni la sera della sconfitta: lì ci sono tutti i responsabili della disfatta che ha riconsegnato l’Italia a Berlusconi per la terza volta in 15 anni. Perché quello del 13-14 aprile non è stato un buon risultato in condizioni difficili, una mezza vittoria, un ottimo punto di partenza, una prova di aver avuto ragione: è stato una disfatta. Dunque sarà bene affiggere in tutte le sedi del Pd il poster del Politburo dei perdenti stretti intorno a Walterloo. A imperitura memoria. Così il militante, appena vedrà avvicinarsi D’Alema, Latorre e Fassino ansiosi di “dare un contributo”, li metterà subito alla porta al grido “Unipol, Unipol”. Loro capiranno, avendo contribuito, con le loro telefonate intercettate con Giovanni Consorte e Stefano Ricucci, a far perdere al Pd decine di migliaia di voti di gente perbene che detesta i conflitti d’interessi anche se non riguardano Berlusconi, anzi soprattutto se riguardano la sinistra o presunta tale. <br /><br />Appena entrerà Anna Finocchiaro, quella che due anni fa si sentiva pronta a sacrificarsi per il Quirinale e che, dopo aver trascinato i Ds all’esaltante percentuale del 5 per cento nella sua Catania, è stata premiata con la candidatura a governatore di Sicilia scalzando Rita Borsellino e riuscendo a prendere 15 punti in meno di lei, verrà accompagnata all’uscita, con l’auspicio che non si faccia mai più rivedere. Se invece dovesse giungere il giovane vecchio Enrico Letta, sarà opportuno domandargli perché nel 2006 abbia chiesto all’Avvocatura dello Stato di difendere la legge Gasparri dinanzi alla Corte europea di giustizia di Lussemburgo contro le legittime pretese di Francesco Di Stefano, che dal 1999 attende le frequenze per accendere Europa7 dallo Stato che gli ha assegnato regolare concessione a trasmettere. Nel caso in cui si presentasse Paolo Gentiloni e fosse sveglio, domandargli perché abbia accettato senza fiatare l’insabbiamento della sua legge sul tetto antitrust per la pubblicità televisiva e di quella che avrebbe spoliticizzato almeno un po’ la Rai, e per giunta non abbia mai provveduto ad assegnare le frequenze a Europa7. A casa anche Livia Turco e Pierluigi Bersani, tanto impopolari tra la gente quanto adorati dai tenutari di salotti televisivi. Inutile precisare dove andranno spediti Colaninno jr., Calearo, Marianna Madia, Daniela Cardinale, Mirello Crisafulli e gli altri candidati inutili o indecenti del Pd. Casomai, infine, si affacciasse all’uscio Uòlter Veltroni e chiamasse ancora Berlusconi “il principale leader dello schieramento avversario”, sarà bene interromperlo, prima che finisca la frase, con un’esclamazione a piacere. E poi regalargli un biglietto per gli Stati Uniti, affinchè possa seguire la campagna elettorale americana e rendersi conto di come Obama tratta Hillary, di come Hillary tratta Obama, e di come Hillary e Obama trattano Mc Cain, e viceversa. <br /><br />Il Pd avrà un senso e un futuro soltanto se sparirà per sempre dalla circolazione chi da vent’anni predica, all’indomani delle elezioni perse, che “bisogna saper parlare al Nord”, ma non ci è mai riuscito in vita sua, e intanto si è persi per strada anche il Sud e una bella fetta del Centro. Chi ha collezionato soltanto fiaschi, ma il giorno dopo le elezioni va in tv a spiegare agli altri come si vince. Chi ha scaricato due volte Romano Prodi, il quale aveva il grave torto di aver battuto, due volte su due, Silvio Berlusconi. Chi pensa sia giusto che Prodi, avendo battuto due volte Berlusconi, se ne resti a casa, e chi ha sempre perso con Berlusconi rimanga al suo posto. A preparare la prossima sconfitta. <br /><br />Il Nord<br />Gli abitanti del Nord non votano la Lega Nord perché questa abbia una buona classe dirigente, che anzi è pessima, e nemmeno perché vogliano la devolution, che nessuno sa cosa sia. Votano Lega Nord perché i leghisti sono sempre presenti sul territorio, sono conosciuti dalla gente, parlano con le persone, sono al loro fianco nei momenti di difficoltà. Mentre i leader del Pd vivono a Roma, frequentano salotti, si parlano fra loro in un linguaggio incomprensibile e quando servono non ci sono mai. M in campagna elettorale fanno una capatina qua e là, di solito in auto blu o sul pullman verde, e si autoinvitano pure a pranzo. Per “parlare al Nord” bisogna parlare con i cittadini al Nord, non con la Lega a Roma. Formule cervellotiche e politichesi come “il Pd federale” o “il Pd del Nord” lasciano il tempo che trovano. Bisogna spiegare a chi ha paura della criminalità che la ricetta leghista della chiusura delle frontiere, degli aumenti delle pene e della caccia agli immigrati è una truffa, perché non funziona ed è impraticabile: la criminalità si combatte con un sistema giudiziario e repressivo efficiente, e non con quello attuale, sfasciato proprio da Berlusconi e dalla Lega per salvare gli amici degli amici. Se poi non si fanno indulti, ma nuove carceri, la gente del Nord potrebbe persino prendere sul serio questi discorsi seri. <br /><br />Governo ombra<br />La nuova squadra (o “governo ombra”) da affiancare ai leader dell’alleanza Pd-Idv, cioè a Veltroni e Di Pietro, dovrà nascere da una giornata di primarie aperte che azzeri l’attuale ceto dirigente, selezionato in base agli inviti a “Porta a Porta” e alla cieca obbedienza ai capi supremi. Sarà un’ottima occasione per lanciare alla ribalta nazionale quei pochi amministratori che riescono ancora a “parlare con il Nord”, ma anche con il Sud, senza prendere pesci in faccia: i sindaci Cofferati (Bologna), Cacciari (Venezia), Zanonato (Padova), Emiliano (Bari), Crocetta (Gela), il presidente della Provincia di Milano, Penati, il nuovo presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti.Primarie aperte anche alla cosiddetta “sinistra radicale”, che non è solo popolata di vacui e vanesii parolai, ma anche di politici concreti e apprezzati come Tana de Zulueta, Paolo Ferrero, Elias Vacca, Orazio Licandro, Vladimir Luxuria, Tommaso Sodano, Nichi Vendola. I ministri-ombra così scelti dovranno rappresentare l’opposizione nei dibattiti televisivi, al posto della consueta compagnia di giro, salottiera e romanocentrica, che ha fatto il suo tempo e non si può più guardare. <br /><br />Giustizia<br />Casomai il pullmann verde fosse ancora a disposizione, utilizzarlo per caricarvi e avviare a una lunga, interminabile vacanza tutti i più recenti “responsabili giustizia” del centrosinistra: i Luciano Violante, i Marco Boato, i Guido Calvi, i Lanfranco Tenaglia, i Pierluigi Mantini, i Massimo Brutti e gli altri artefici dell’indulto, degli attacchi alla Forleo e a De Magistris, dei voti impunitari nelle giunte per le autorizzazioni a procedere che hanno impedito al Pd di condurre una campagna elettorale contro lo sfascio berlusconiano della Giustizia, al quale avevano tutti pro quota contribuito. Insieme con loro andranno dismesse le battaglie ideologiche e le seghe mentali tipo separazione delle carriere, distinzione delle funzioni, “giusto processo”, responsabilità civile dei magistrati, priorità nell’esercizio dell’azione penale da affidare al Parlamento e al Csm (l’ultima trovata elettorale di Uòlter e D’Alema). Tutte riforme che non abbreviano di un nanosecondo i tempi biblici dei processi e non interessano a nessun cittadino. Basterebbe ingaggiare come consulenti un paio di giuristi del calibro di Franco Cordero e Vittorio Grevi, o sfruttare l’esperienza di Antonio Di Pietro e Gerardo D’Ambrosio, e dei neoeletti Silvia Della Monica e Achille Serra, per mettere a punto un programma snello e comprensibile che assicuri ai cittadini sentenze rapide e giuste: abolizione della prescrizione dopo il rinvio a giudizio, abolizione del processo d’appello (salvo in presenza di nuove prove), esecutività delle pene dopo la prima condanna (fermo restando il diritto all’impugnazione per motivi di legittimità), pene accessorie più severe e risarcimenti più esigibili. Un ottimo lavoro è già stato fatto dalla commissione istituita presso il ministero della Giustizia nell’ultima legislatura, con il contributo dei giudici Davigo, Greco e Ielo, per il rapido recupero degli enormi proventi dei reati e il loro riutilizzo per l’autofinanziamento della Giustizia. <br /><br />Intercettazioni<br />Ammettere onestamente il drammatico errore commesso nell’inseguire Berlusconi anche su questo terreno. Lo strumento delle intercettazioni telefoniche e ambientali non solo non va ridimensionato, ma va potenziato e allargato, visti gli ottimi risultati conseguiti da magistrati e forze dell’ordine (anche in termini di recupero del maltolto). Va da sé che occorre subito ritirare l’assurda e “castale” pretesa di imbavagliare l’informazione giudiziaria proibendo di pubblicare atti d’indagine e intercettazioni non coperti dal segreto. Dal momento della “discovery” degli atti,disposta dalla magistratura quando ritiene che il segreto sulle indagini debba cessare, tutti gli atti non più segreti devono essere messi immediatamente a disposizione non solo delle parti in causa, ma anche della stampa, affinchè l’opinione pubblica sia informata tempestivamente ed esaustivamente degli scandali che si vanno scoprendo e possa controllare come, “nel nome del Popolo italiano”, viene amministrata la Giustizia. <br /><br />Opposizione<br />Vista l’ampia maggioranza raccolta dal Pdl e Lega alla Camera e al Senato, le possibilità di mettere in difficoltà la maggioranza si riducono al lumicino. Ma non è detta l’ultima parola. Quella di Berlusconi è una coalizione tutt’altro che coesa e non sa governare, come ha ampiamente dimostrato sia nel 1994 sia nel 2001-2006. E non tarderà il momento in cui, soprattutto in un paese destinato a una lunga recessione, monterà il malcontento dei cittadini. Insomma, verrà il momento in cui un’opposizione agguerrita potrà mettere in crisi il governo. Anzitutto va abolita la parola “dialogo” dal vocabolario del Pd. Salvo nei i casi in cui la maggioranza proponga misure davvero utili alle collettività (il che, come insegna l’esperienza, accadrà rarissimamente), la minoranza dovrà votare contro, senza tentazioni di “opposizione costruttiva”; e ricorrere ogni volta che sarà necessario all’ostruzionismo e alla verifica puntuale del numero legale. Nonostante la maggioranza amplissima di cui godeva nel 2001-2006 la Casa delle Libertà, accadde decine di volte che le sue assenze in aula la trasformassero in minoranza nella commissione Affari costituzionali, al momento di votare la costituzionalità delle leggi. Purtroppo fu quasi sempre salvata dal soccorso rosso del centrosinistra, che sopperiva alle assenze del centrodestra con assenze ancor più ampie nelle proprie file. Questa volta occorrerà collocare nella Affari costituzionali i parlamentari più combattivi e presenzialisti, vincolandoli all’obbligo di presenza tramite capigruppo molto determinati. Se una legge non passa al vaglio di costituzionalità, è lettera morta. Sarebbe anche opportuna un’ampia autocritica sulle scriteriate aperture al centrodestra per riformare “insieme” la Costituzione. Va detto e ribadito che la Costituzione va bene così com’è, salvo alcuni ritocchi per differenziare le funzioni delle due Camere e soprattutto per dimezzare il numero dei parlamentari. Su quest’ultimo punto il centrodestra, ora che è al potere, cercherà di glissare, e proprio su questo punto andrà incessantemente incalzato. Così come sulla tempestiva riforma dell’indecente legge elettorale “Porcellum”.<br /><br />Commissioni di garanzia<br />La presidenza delle giunte per le elezioni e le autorizzazioni a procedere, della Vigilanza Rai e del Comitato di controllo sui servizi segreti (Copaco) spetta di diritto all’opposizione. E’ di cruciale importanza designare a quegl’incarichi parlamentari di collaudata esperienza, competenza e inflessibilità. Il voto contrario sulle immunità e le insindacabilità, solitamente regalate a buon mercato ai membri della casta con voto bipartisan, è decisivo per far emergere agli occhi dei cittadini le fregole autoimpunitarie di chi magari in “Padania” strilla contro “Roma ladrona e intanto a Roma si fa assolvere dagli amici degli amici. Lo stesso vale per i servizi di sicurezza, visto l’uso, anzi l’abuso, che ne ha fatto nella penultima legislatura il governo Berlusconi con i vari Pompa e Pollari. Idem come sopra per la Rai, che sarà terreno di caccia, di epurazioni e occupazioni militari: destinare un personaggio come Furio Colombo o come Beppe Giulietti alla guida della Vigilanza sarebbe un segnale preciso per i nuovi manovratori, oltrechè una garanzia di vigilanza autentica. <br /><br />Televisione<br />La cosa più urgente da fare è quella di sposare almeno il terzo referendum lanciato da Beppe Grillo al V-Day del 25 aprile: quello che si propone l’abrogazione della legge Gasparri e di quel che resta delle precedenti (Mammì e Maccanico, già bocciate dalla Consulta) che regalano a Mediaset il monopolio incostituzionale sulle tv commerciali e sulla relativa pubblicità. La seconda è un collegamento permanente con le istituzioni europee, che nei prossimi mesi sottoporranno l’Italia a una supermulta di 3-400 mila euro al giorno, con effetto retroattivo dal giugno 2006, se la Gasparri non sarà smantellata; e avvieranno un’altra procedura d’infrazione se Di Stefanonon avrà ciò che gli spetta, cioè le frequenze per Europa7. E’ essenziale cogliere ogni occasione per far sapere ai cittadini italiani che toccherà a loro sborsare una “tassa Berlusconi” per le leggi vergogna che il Cavaliere ha varato o imposto a tutela della sua bottega. La terza è affiancare esplicitamente e pubblicamente Di Stefano nella sua sacrosanta battaglia. Quarto: non partecipare ad alcuna spartizione alla Rai: a giugno scadrà il Cda e Berlusconi quasi certamente tenterà di confermare quello esistente, presieduto dall’amico inciucista Claudio Petruccioli e controllato per i cinque noni dal centrodestra. Pd e Idv dovrebbero subito far sapere di non sentirsi rappresentati da Petruccioli e invitare a dimettersi, senza alcuna disponibilità alla riconferma, gli attuali consiglieri di amministrazione del centrosinistra: Berlusconi & C. lottizzino pure, ma stavolta non in nome e per conto dell’opposizione. <br /><br />Comunicazione<br />Le strategie di marketing escogitate dagli attuali cervelloni del Pd si sono rivelate disastrose. Ci vuole ben altro per fronteggiare lo strapotere mediatico del Cavaliere che, prim’ancora di andare al governo, è già riuscito a portare i tg a occultare le sue porcate (beatificazione di Vittorio Mangano, inchiesta su Dell’Utri per brogli in Calabria e all’estero, minacce “scherzose” a una giornalista russa sgradita all’amico Putin) e a enfatizzare errori e punti deboli dell’opposizione. Nei prossimi mesi e anni l’”emergenza criminalità”, oggi collocata in apertura di tutti i telegiornali, sparirà dai teleschermi insieme agli sbarchi dei clandestini, agl’italiani impoveriti, al caro-vita, alla pressione fiscale. Toccherà agli esponenti del centrosinistra, presenti di diritto nei tg e nei talk show, sopperire al drammatico deficit di informazione sui prevedibili fallimenti del governo. Chi andrà in tv dovrà essere molto informato e agguerrito, armato di dati e di esempi concreti da raccontare ai cittadini. Sarebbe vivamente consigliabile disertare le reti Mediaset, per mettere in rilievo con tante sedie vuote lo scandaloso conflitto d’interessi di un premier che possiede tre tv private oltre a controllare il “servizio pubblico”. Se invece si decidesse di frequentare anche le reti del Biscione, almeno si rammenti a ogni occasione che lo studio appartiene al capo del governo e che il conduttore e gli intervistatori sono suoi dipendenti. A furia di ripeterlo, chissà che la gente non cominci a porsi il problema. <br /><br />Battaglie<br />Aprire l’opposizione alla società civile, ancxhe con iniziative di piazza, evitando di rinchiudersi nei palazzi della politica e della televisione. Il pullmann verde deve continuare a portare Veltroni e i suoi ministri-ombra in giro per l’Italia per incontrare la gente, per ascoltarne le esigenze e le proposte, per lanciare alcune idee chiare ed efficaci, anche con raccolte di firme per leggi di iniziativa popolare e referendum: come, appunto, quelle per l’abrogazione della Gasparri e per il dimezzamento del numero dei parlamentari, ma anche per una nuova politica della sicurezza e dell’ambiente. Parlare di energie alternative, di “rifiuti zero”, di uno sviluppo alternativo alle solite grandi opere e ai soliti inceneritori aiuterebbe ad agganciare gli elettori della sinistra “radicale”, gli arrabbiati del non voto, i giovani dei Meetup di Beppe Grillo. Se poi i gruppi parlamentari del Pd e dell’Idv, che giustamente han deciso di agire separati, rinunciassero al 50% dei “rimborsi elettorali”, devolvendoli a qualche progetto di solidarietà di Emergency o di Libera o della Caritas, diventerebbero più credibili in una battaglia per la riduzione dei costi della casta che metterebbe in serio imbarazzo il centrodestra al governo. Una dichiarazione di rinuncia preventiva a ogni immunità e insindacabilità, poi, renderebbe più credibile una battaglia parlamentare contro ogni voto impunitario che la nuova maggioranza prevedibilmente adotterà a protezione dei suoi cinquanta e passa inquisiti. Inoltre, last but not least, un governo-ombra itinerante si allontanerebbe da Roma e si avvicinerebbe alla gente, imparando a parlare in modo più comprensibile. E, soprattutto, si immunizzerebbe dalle sirene del Vaticano: come dimostrano anche le ultime elezioni, il peso elettorale del cardinal Ruini e delle altre porpore svolazzanti è ormai pressochè nullo. Prima i leader del Pd se ne renderanno conto, prima potranno fare politica a mani libere. Dando ragione alla Chiesa quando ha ragione, e torto quando ha torto. Ma soprattutto dando a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio. <br /><br />Pantheon<br />Se proprio il Pd deve tenere un Pantheon di padri nobili, molto meglio issare sul piedistallo personalità italiane (Kennedy e Martin Luther King lasciamoli agli americani), possibilmente conosciute e amate dai cittadini per la loro pulizia e il loro buongoverno: De Gasperi, Einaudi, Pertini, Berlinguer. Per carità, che nessuno si azzardi più a citare Bettino Craxi (tanto caro ai Fassino, ai D’Alema e ai Veltroni). Lo 0,7 per cento raccolto dai cosiddetti Socialisti, cioè dalla compagnia della buona morte Boselli-De Michelis-Bobo fortunatamente estinta nel nuovo Parlamento, dovrebbe aver insegnato qualcosa: Bettino Craxi, oltre a essere un noto corrotto, porta pure sfiga. <br />Marco TravaglioMassimohttp://www.blogger.com/profile/12826620031258205346noreply@blogger.com0