giovedì, novembre 06, 2008

Uccidere la storia per i propri interessi - una strana coppia....



Voglio conservare tra i miei appunti digitali questo magnifico pezzo di Pino Nicotri che fotografa perfettamente le teorie un po schizzoidi dei due personaggi sottocitati.
Mescolando infatti, un po di verità con arditi punti di vista forzati, ecco che si sfornano teorie improbabili e contraddittorie fatte apposta per confondere le idee ai più arrendevoli.
Tali teorie tutte personali non aggiungono nulla alle verità storiche ma generano solo confusione non saprei quanto cercata di proposito.
Nel caos delle idee solo i più furbi ne approfittano e guarda caso sono proprio loro oggi ad approfittarne.
Fino a quando dipende solo da noi e dalla nostra capacità di smascherare tutti gli inutili polveroni attorno alle idee storicamente accertate e condivise dalle comunità scientifiche.

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LA STRANISSIMA COPPIA RATZINGER - PANSA

Il lato per così dire comico o grottesco è che ha pure citato Galilei! Senza che nessuno gli ricordasse che se c’è qualcuno che quel nome è meglio che non lo nomini, se non per battersi il petto e cospargersi il capo di cenere, è proprio un papa. Eppure nei giorni scorsi nel ricevere gli scienziati riuniti dalla Accademia pontificia delle scienze - per un confronto ragionato su fede e scienza in vista dei 150 anni dalla pubblicazione della teoria evoluzionistica di Darwin - papa Ratzinger non ha esitato a citare Galilei. Cosa particolarmente stupefacente, se non pazzesca, lo ha citato per sostenere la propria tesi, ovviamente di magnifico connubio tra fede e scienza, tra religione e scienza. “Galilei vedeva la natura come un libro il cui autore è Dio”, ha detto il papa alla presenza di personaggi del calibro di Stephen Hawking, il celebre fisico inglese paralitico da molti anni anche nella favella, ma non nella volontà: tanto che per parlare usa una sorta di puntatore, comandato dal movimento degli occhi, per scegliere le parole dallo schermo del computer incorporato alla sua sedia a rotelle, parole che vengono poi mandate a un sintetizzatore vocale. Peccato non abbia citato anche Giordano Bruno, visto che Galilei non è finito al rogo solo perché alla sua bella età, 70 primavere come Berlusconi, ha abiurato le proprie teorie e s’è dovuto pure inginocchiare a terra. Particolare NON irrilevante, Ratzinger prima di diventare papa è stato a lungo il responsabile di quella Congregazione per la Dottrina della Fede che una volta si chiamava Inquisizione…

TRASFORMISMO - La capacità in particolare nostra, cioè italiana, di passare senza imbarazzo da una posizione al suo opposto, pur di poter continuare a detenere il potere e godere dei suoi privilegi, è molto bene illustrata da questa giravolta papale, vero e proprio salto mortale. Triplo, visto che ormai perfino in Vaticano – grazie al neo presidente dell’Accademia, il fisico Nicola Cabibbo - ammettono che Darwin è inconfutabile e che sono più che altro macchiette patetiche i credenti americani che, amando i cocktail da bravi americani, hanno shakerato tutto e inventato la teoria del “disegno intelligente”, disegno ovviamente divino, di Dio, del Dio della bibbia. Per essere intelligente, il disegno appare fin troppo lento, accumulando sangue, sventure, morti, guerre, epidemie, malattie orribili, piaghe d’Egitto e non solo d’Egitto in numero molto superiore a sette, sfruttamenti bestiali, catastrofi da terremoti, tsunami ed eruzioni, più una natura che per sopravvivere usa trasformare i più deboli in bocconcini per le fauci dei più forti: mors tuta, vita mea; il pesce grande mangia il pesce piccolo, ecc. Il disegno è “intelligente”, ma ovviamente resta per gli esseri umani imperscrutabile, estraneo quindi all’intelligenza umana. In soldoni, il disegno intelligente consiste nel credere che qualunque cosa accada, e da millenni accadono fin troppi macelli, Dio ha in mente qualcosa di meglio e guida l’umanità verso chissà quali radiosi progressi futuri. Insomma, le “umane sorti progressive” cantate con amaro disincanto dal povero Giacomo Leopardi.

LUCI E TOMBINI - La Chiesa almeno con le sue giravolte cerca di approdare a sponde migliori, più umane. Gli entusiasti dei romanzi di Giampaolo Pansa invece fanno il contrario, adusi come sono a guardare la pagliuzza negli occhi altrui nascondendo la trave, anzi le travi al plurale, e qualche scheletro negli occhi propri. Anche Giulietta e Romeo facevano di sicuro pipì e popò, ma non per questo si può accusare Shakespeare di essere un falsario per non averlo detto o i due immortali innamorati di essere solo dei cagoni. Il pensiero pansiano invece fa proprio questo: del corpo umano non vede le meraviglie, ma solo la defecazione; dei palazzi non vede l’architettura, ma solo i pozzi neri e le chiaviche; delle sfilate di moda non vede i begli abiti, le belle modelle e i modelli, ma solo i tampax, le mutande quanto meno sudaticce di chi sfila, magari qualche emorroide; delle città non vede le luci, ma solo le fogne. Ho il sospetto che Pansa non avrebbe mai scritto “Le mille luci di New York”, ma solo le “I centomila tombini di New York”. Il mio ingeneroso sospetto nasce dal fatto che della Resistenza si comincia a non voler vedere più il suo contributo al parto della Repubblica e della Costituzione repubblicana, ma solo gli orrori compiuti in suo nome o da suoi ex membri a Resistenza finita, quando cioè, si badi bene, non era più Resistenza ma vivere “normale”. Se un ex partigiano rubava o uccideva, i suoi misfatti non riguardavano la Resistenza, già passata, ma solo lui e i suoi complici, anche se ex partigiani pure loro. Se io stupro o rubo o anche “solo” scrivo frottole e balle, la responsabilità è mia, solo mia, non de L’espresso nel quale lavoravo. O no? Insomma, le critiche e le accuse dei misfatti degli ex partigiani vanno rivolte semmai al nostro modo di essere società civile.

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